Roberto Benigni commenta Io Capitano con Matteo Garrone e Seydou Sarr

Una conversazione tra amici per parlare del candidato italiano agli Oscar

0
Roberto Benigni

Tra poche ore scopriremo se Io capitano sarà tra i 15 titoli selezionati dall’Academy per concorrere all’Oscar nella categoria miglior film internazionale, ma nel frattempo possiamo rituffarci nelle atmosfere del candidato italiano ai Golden Globes con un commento speciale di Roberto Benigni, che ha raggiunto Matteo Garrone e Seydou Sarr per sostenere la corsa del film agli Oscar. «Grazie per essere qui a darci una mano, è un grande gesto d’amicizia, te ne sono grato» le parole del regista romano.

Nella conversazione – alla quale Variety ha avuto accesso in esclusiva – Benigni elogia Io Capitano per il suo richiamo alla grande tradizione del cinema italiano, “che è insieme italiano e internazionale”. «È un film forte e fragile, ci ho rivisto Rossellini e De Sica, ma anche a John Ford perché c’è l’epica».

Benigni, che con Garrone ha lavorato nel 2019 in Pinocchio, parla così delle somiglianze tra i due titoli. «Seydou è come Pinocchio. Nei suoi occhi c’è mistero, sofferenza, speranza, avventura e tragedia. Sei in grado di trasmettere tutto questo. E poi i tuoi sogni, l’elemento onirico. Il film è davvero epico, ma non è solo una fiaba, è anche realistico per l’argomento». Garrone non perde occasione per elogiare il lavoro svolto dai suoi attori: «il finale è un regalo che ci ha fatto Seydou con quel primo piano di 4 minuti che ti fa rivivere tutto il viaggio. In quel momento vedi l’orgoglio, i traumi, la gioia, tutto. È riuscito a dare tridimensionalità al personaggio, inserendo una componente di fede e spiritualità».

LEGGI ANCHE: Matteo Garrone a Stasera c’è Cattelan: «Seydou e Moustapha ospiti di mia madre. Lei fa i solitari, loro i balletti su Tik Tok!»

E i ricordi dal set. «Quando abbiamo iniziato riprese a Dakar avevo la percezione di rivivere un periodo che avevo visto al cinema nel dopoguerra neo-realista italiano» racconta Garrone. «Si è poveri ma con dignità, hai da mangiare e c’è il senso di identità delle famiglie, che passano ore a raccontarsi le storie. Quei mondi che in Italia oggi si sono persi, li ho ritrovati lì».

Potete trovare l’intera conversazione a questo link