Sean Penn a Che tempo che fa: «Zelenskyy una delle mie più grandi ispirazioni»

L'attore e regista premio Oscar ha raccontato in collegamento quanto visto e vissuto in Ucraina allo scoppio della guerra

0

«Tornerò in Polonia il 28, forse anche in Ucraina, per cercare di dare una mano, anche con aiuti elementari, kit igienici, lavorando anche con le organizzazioni della società civile del posto». Una testimonianza preziosa quella di Sean Penn, ospite in collegamento nella puntata di domenica 13 marzo di Che Tempo che fa dove ha raccontato i drammatici momenti dello scoppio della guerra in Ucraina. Momenti vissuti in prima persona fin dall’inizio del conflitto, dato che a febbraio si trovava nel Paese per girare un documentario.

LEGGI ANCHE: Sean Penn lascia l’Ucraina e si dirige a piedi verso la Polonia

«Ho cominciato le riprese per questo documentario a Mariupol’ a novembre scorso, eravamo là a intervistare i soldati in prima linea, poi siamo tornati a Kyiv dove abbiamo continuato a girare per riprendere alcuni aspetti culturali della vita in Ucraina – racconta il premio Oscar a Fabio Fazio -. Avevamo previsto un focus sul Presidente Zelensky, dopo circa 4 giorni siamo riusciti a organizzare l’incontro. Stavamo proprio passando alle riprese con lui ma il giorno successivo al primo incontro è cominciata l’invasione russa».

Penn ha affermato di essere rimasto davvero colpito dal livello di unità e di coraggio dell’Ucraina e del suo Presidente: «È molto chiaro nello spirito degli ucraini e nessuno incarna più del Presidente tutte queste cose».

«Ho visto una persona estremamente determinata, con moltissimo amore per il suo Paese, per la sua gente, per la libertà, per i sogni e per tutto ciò che ha un senso per tutti noi. È stato possibile vederlo nei suoi occhi. Per me è stato un’ispirazione, una delle più grandi ispirazioni che io abbia mai tratto da chiunque».

E aggiunge: «Non so se sapesse esattamente che è nato per affrontare quello che sta affrontando, non so se sia riuscito ad averne consapevolezza fino al giorno in cui tutto è cominciato. Dentro di noi c’era la speranza che questa follia non succedesse. Penso che gli ucraini fossero molto preparati per quello che stava per succedere, per il peggiore scenario possibile, per quanto si possa essere preparati considerata la mancanza di risorse o le risorse che sono arrivate dal resto del mondo».