September 5 – La diretta che cambiò la storia è un film diretto da Tim Fehlbaum che ripercorre i tragici eventi del massacro di Monaco durante le Olimpiadi del 1972. Il cast annovera Peter Sarsgaard nel ruolo di Roone Arledge, presidente di ABC Sports, John Magaro nei panni del giovane produttore Geoffrey Mason, e Leonie Benesch come Marianne Gebhardt, un’interprete tedesca. La pellicola è stata presentata fuori concorso all’81ª Mostra del Cinema di Venezia nel 2024 ed è candidata per la miglior sceneggiatura originale agli Oscar 2025.
IL FATTO
Durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972, il team televisivo americano della ABC è costretto rapidamente a passare dal resoconto sportivo alla copertura in diretta degli eventi che videro due atleti israeliani uccisi e nove presi in ostaggio da otto terroristi palestinesi. Geoff, giovane e ambizioso producer, cerca di farsi notare dal leggendario dirigente televisivo Roone Arledge e insieme a Marianne, interprete tedesca, prende il comando della diretta seguita da quasi un miliardo di persone in tutto il mondo. Mentre le situazioni cambiano di ora in ora, si diffondono voci contrastanti e la vita degli ostaggi resta in bilico, Geoff affronta decisioni difficili misurandosi con la propria bussola morale.
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L’OPINIONE
Le ore che sconvolsero il mondo dello sport, ma anche quello dell’informazione, cambiando per sempre le regole del gioco della cronaca, sono raccontate con ritmo serrato nel film di Tim Fehlbaum, prodotto da Sean Penn e presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, che svela il dietro le quinte di uno degli eventi mediatici più importanti della Storia, il primo attacco terroristico raccontato in tempo reale.
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I drammatici eventi del villaggio olimpico che videro altri ebrei uccisi sul suolo tedesco proprio mentre la Germania cercava di lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra, sono filtrati dai diversi schermi, mentre l’azione si svolge tra le mura della redazione della ABC, nella cabina di regia, dove per la prima volta giornalismo e spettacolo si presero per mano per non lasciarsi mai più.
Al centro della scena, dunque, non le immagini della tragedia, ma la loro creazione, per diventare immediatamente iconiche, prototipi di un modello di comunicazione che ancora oggi ama coniugare lo shock e la paura con il piacere.
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Munich di Steven Spielberg, il documentario Un giorno a settembre di Kevin Macdonald e la serie Munich Games creata e scritta da Michal Aviram.