È una prima visione impossibile da non consigliare quella di The Fabelmans, in onda questa sera su Rai 1 alle 21:30. Un’occasione ghiotta per recuperare il “film più intimo e personale” di Steven Spielberg, da lui scritto insieme a Tony Kushner come storia semi-autobiografica e vagamente basata sulla sua adolescenza, al momento introvabile su nessuno dei cataloghi delle maggiori piattaforme streaming se non a noleggio (quindi a pagamento).
Uscito nelle sale italiane il 22 dicembre 2022, dopo le anteprime al Toronto International Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma con Alice nella città, The Fabelmans venne accolto calorosamente dalla critica ma meno dal box office, risultando quasi un flop per gli standard di un film diretto e prodotto da Spielberg con soli 45 milioni di dollari d’incasso (su un budget di 40). È al momento il film più recente di Spielberg, in attesa di vedere la sua prossima opera, un misterioso film sugli UFO con Emily Blunt e dal titolo (provvisorio) di The Dish, dal cui set, proprio qualche giorno fa, sono trapelate le prime foto ‘rubate’.
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Per rappresentare se stesso e la sua famiglia Spielberg ha scelto come attori Gabriel LaBelle nel ruolo di Sammy, Michelle Williams in quello della mamma Mitzi Schildkraut-Fabelman (in realtà Leah Adler), Paul Dano come papà Burt Fabelman (Arnold Spielberg), Seth Rogen come Bennie Loewy, il miglior amico e socio di Burt, e Judd Hirsch come nonno.
The Fabelmans, trama
Cresciuto nell’Arizona del secondo dopoguerra, un giovane di nome Sammy Fabelman scopre uno sconvolgente segreto di famiglia ed esplora come il potere dei film può aiutarlo a vedere la verità. Attraverso la scoperta di una telecamera 8mm, Sammy sviluppa una passione per il cinema e inizia a girare cortometraggi con i suoi amici e la sua famiglia.
The Fabelmans, le curiosità
I premi
The Fabelmans non ha vinto nessun premio Oscar nonostante le ben 7 nomination, tra cui quelle come miglior film, miglior regista, miglior attrice a Michelle Williams e Miglior attore non protagonista a Judd Hirsch, miglior sceneggiatura originale, miglior colonna sonora e miglior scenografia. È andata meglio ai Golden Globes, dove ha vinto nelle categorie miglior film drammatico e miglior regia. Un riconoscimento lo ha ottenuto anche ai Critics’ Choice Awards (premio come miglior giovane interprete a Gabriel LaBelle) e ai nostri David di Donatello, che lo hanno premiato come miglior film straniero.
Steven Spielberg aveva paura di ‘offendere’ i propri genitori
L’idea di fare un film sulla propria infanzia circolava nella testa di Steven Spielberg da parecchio. Pensate che aveva concepito il progetto già nel 1999, con sua sorella Anne che stava scrivendo una sceneggiatura intitolata I’ll Be Home. Il progetto fu accantonato per 20 anni, poiché Spielberg aveva delle riserve nell’esplorare la storia della sua famiglia per paura che i suoi genitori ne sarebbero rimasti feriti. “La mia grande paura è che a mia mamma e a mio papà non piacerà, penseranno che sia un insulto e non condivideranno il mio punto di vista amorevole ma critico su com’è stato crescere con loro” aveva raccontato in un’intervista, aggiungendo che “preferiva fare film più allegorici rispetto ad una storia letterale che richiede molto coraggio”.
Il coraggio lo ha trovato nel 2019, mentre lavorava a West Side Story con Tony Kushner: la sceneggiatura venne completata alla fine del 2020, il casting nel maggio del 2021 e le riprese nel settembre del 2021, dopo essere cominciate a luglio a Los Angeles.
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