Nel 1997 James Cameron aveva già all’attivo una serie di scommesse vinte, a cominciare dal successo planetario del primo Terminator (1994), film cult che, con un budget di soli 6,4 milioni di dollari, ne aveva incassati più di 78 milioni, dando il via a un fortunato franchise che, con sei film, ha totalizzato complessivamente $ 2.102.805.994 ai botteghini (a fronte di una spesa totale di 816,4 milioni) e definitivamente consacrato Arnold “Conan” Schwarzenegger nell’Olimpo delle star cinematografiche. Da allora in poi Cameron si era confermato spettacolare regista di action-movie in cui sfruttava al massimo le novità che la tecnologia gli metteva a disposizione, a volte facendola addirittura creare lui stesso per l’occasione. Eccolo allora realizzare in rapida successione Aliens – Scontro finale (1986), The Abyss (1989), Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991) e True Lies (1994).
LEGGI ANCHE: Ciak di febbraio è in edicola e celebra il ritorno di Titanic al cinema
All’epoca nulla lasciava presagire che la sua successiva impresa sarebbe stata una commedia romantica di tre ore e un quarto basata su uno dei peggiori disastri navali della storia: l’affondamento del RMS Titanic avvenuto il 15 aprile 1912, dopo lo schianto contro un iceberg. Un film che, realizzato con un budget definitivo di 200 milioni di dollari, conquistò allora il poco invidiabile primato del più costoso della storia del cinema. C’è stato anche chi, preconizzando il suo affondamento al botteghino, aveva fatto notare che nel 1910-1912 il costo della costruzione del Titanic era stato di 7,5 milioni di dollari, equivalente a 150 milioni di dollari contemporanei, cioè ben 50 milioni di dollari in meno della spesa per realizzare il film dedicato alla sua tragica fine. Come sia andata è noto: James Cameron (riprendendo la celebre battuta improvvisata sul set da DiCaprio) ha potuto definirsi «The King of the World» alla notte degli Oscar e Titanic, totalizzando 2.186.772.302 dollari, è diventato il miglior incasso della storia, mantenendo quel titolo fino al 2009, quando il regista ha superato se stesso grazie ad Avatar. Ora Titanic è sceso al terzo posto (al secondo si è piazzato Avengers: Endgame, 2019), ma il suo ritorno nelle sale in occasione del 25° anniversario (dal 9 febbraio, distribuito da The Walt Disney Company Italia) potrebbe offrire nuove sorprese.
Eppure quel successo planetario, che avrebbe consacrato in eterno Kate Winslet e Leonardo DiCaprio come la coppia romantica di cui milioni di spettatrici e spettatori di tutto il mondo si sarebbero innamorati, avrebbe potuto avere un cast totalmente diverso: la produzione spingeva per dare il ruolo di Jack Dawson a Matthew McConaughey (altri candidati erano Brad Pitt e Tom Cruise), mentre Cameron inizialmente aveva pensato a Madonna per interpretare la romantica Rose Dewitt Bukater (fortunatamente ha compreso in tempo l’errore).
Non solo, come James Cameron ha rivelato in occasione dei Golden Globe di quest’anno, una volta che si era assicurato Kate Winslet, non è stato altrettanto facile ottenere il sì da DiCaprio. Reduce dal successo di Romeo + Giulietta di William Shakespeare (1996) di Baz Luhrmann, infatti, il giovane attore «non voleva proprio recitare il ruolo del protagonista – ha spiegato il regista – e io ho dovuto davvero forzargli la mano per convincerlo a partecipare al film. Lui non voleva farlo perché aveva trovato noioso il copione: ha accettato la parte solo quando l’ho convinto che in realtà la sua sarebbe stata una sfida difficile». Una promessa mantenuta quella di Cameron, considerando il tempo che, nei sei mesi di riprese, ha tenuto a mollo i suoi attori in una cisterna di circa 37000 m2 contenente 76 milioni di litri d’acqua, esperienza costata raffreddori, influenze e infezioni renali a molti componenti del cast e una polmonite a Kate Winslet.
Superata la prima ritrosia di DiCaprio, c’è stato un ultimo ostacolo quando Cameron ha chiesto all’attore di recitare un provino “su parte” con Kate Winslet, prima di dargli ufficialmente il ruolo di Jack: «Avevo già preparato la videocamera per registrarli – ha rivelato il regista – ma Leo non sapeva che avrebbe dovuto fare il test, pensava che quello sarebbe stato un altro incontro per conoscere Kate. Così quando gli ho detto: “Bene, ora andremo nella stanza accanto, direte alcune battute e le filmerò”, lui mi ha chiesto: “Vuoi dire che devo fare un provino?”. Ho detto di sì e lui ha replicato “Non faccio provini”, allora gli ho dato la mano dicendogli “Grazie per essere passato”». In quel momento DiCaprio era fuori dal progetto, essendosi scontrato con un ego decisamente superiore al suo, però l’attore, che non è certo uno stupido, è tornato rapidamente sui suoi passi: «Aspetta, aspetta, aspetta. Vuoi dire che se non faccio il provino, non ottengo la parte? È davvero così?». La risposta di Cameron è stata definitiva: «Questo è un film gigantesco che richiederà due anni della mia vita e mentre io mi occuperò della post-produzione tu te ne andrai a fare altre cinque cose. Quindi non ho intenzione di rovinare tutto prendendo la decisione sbagliata nel casting. Fai il provino, o non avrai la parte».
La scelta di Leo è nota, ma cosa avesse davvero attratto inizialmente Cameron nell’impresa di questo film lo ha rivelato il regista solo nel 2010, quando ha dichiarato: «Ho realizzato il film perché volevo poter fare delle immersioni nel vero Titanic». Cosa che in effetti fece alcuni anni dopo la realizzazione del film, dando vita al documentario Ghosts of the Abyss.