Titanic, James Cameron celebra con noi i 25 anni del film

In occasione dell'uscita in sala del film per il suo anniversario

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James Cameron Titanic

A breve potrebbe essere scalzato dal podio della classifica dei maggiori incassi di tutti i tempi – dove segue Avatar e Avengers: Endgame – proprio dall’ultimo Avatar: La via dell’acqua del suo stesso regista, ma l’impatto che il Titanic di James Cameron ha avuto sul pubblico e sul cinema in generale sin dal primo momento della sua uscita in sala sarà quasi impossibile da superare. Per non parlare del fatto che quei 2.194.690.964 miliardi di dollari aumenteranno sicuramente, visto che il colossal del 1997 si appresta a tornare di nuovo sui grandi schermi di tutto il mondo a partire dal prossimo 9 febbraio, in occasione del suo 25° anniversario.

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Nozze d’argento che riguardano specificatamente il nostro paese, visto che negli Usa il film uscì il 19 dicembre 1997, dopo l’anteprima del Tokyo International Film Festival in Giappone il 1º novembre di quell’anno, e in Italia arrivò il 16 gennaio 1998. Un evento, comunque. Per celebrare il quale, è stato invitato James Cameron in persona, che è tornato a parlare dell’esperienza passata, del coinvolgimento di Leonardo DiCaprio e Kate Winslet e del valore che ha ancora oggi il loro Titanic.

Titanic

Perché il Titanic?
Tornando alle origini, il Titanic mi ha affascinato sin da quando ho iniziato a collaborare con la gente della Woods Hole Oceanographic Institution del Massachusetts, che realizzarono i robot e tutte le macchine usate in The Abyss e che erano diventati famosi per l’esplorazione del Titanic di Robert Ballard. Che ho incontrato, iniziando a pensare alla nave. Quando poi ho guardato Titanic, latitudine 41 nord del 1958, ho pensato che sarebbe stato un incredibile sfondo per una storia d’amore. Mi ricordo di essere andato alla 20th Century Fox per il pitch con un libro di pitture di Ken Marschall, che aprii su quella del Titanic nel paginone centrale. Una immagine fantastica. E il pitch fu: “Romeo e Giulietta sul Titanic“! Poi sono venuti la sceneggiatura e il resto, ma tutto è iniziato così.

Una storia che continua ad attrarre il pubblico…
penso che continuerà a lungo, a ricordare alla gente una realtà storica, una vera tragedie realmente accaduta. Ovviamente ci son state tragedie peggiori, come le due Guerre Mondiali, ma il Titanic ha una qualità narrativa quasi mitica. Ha a che fare con amore, sacrificio, mortalità. Con il suo essere considerato inaffondabile e per gli errori commessi, è un memento di ciò che può accadere se confidiamo troppo nella tecnologia e nella nostra intelligenza. Ma ci sono molte ragioni. Sicuramente un centinaio di milioni dell’incasso sono per l’attrattiva di Leonardo DiCaprio sulle quattordicenni… ma per le giovani donne in un momento della loro vita nel quale una società maschillista dice loro cosa non essere, questo era un film su Rose e la sua realizzazione come persona. E c’era questo, e la tristezza, la bellezza, anche di una storia d’amore che termina tragicamente. Anche se la conclusione del film li mostra di nuovo uniti. Nell’aldilà o nell’immaginazione di una donna di 103 anni? Forse è solo la celebrazione del ricordo e della cosa più importante accadutale.

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Parlando di Rose, il dubbio resta, era viva?
All’epoca Gloria Stewart, l’attrice, mi chiese “Bene, si suppone io sia viva o morta?. Gloria fu piuttosto burbera, la amavo, era grande. Le risposti con una lunga argomentazione in merito, volutamente ambigua: Voglio che il pubblico lo interpreti come vuole, e bla bla bla. Mi disse, un po’ malamente: “Devo trattenere il respiro o no?”. Ci pensai per un secondo lunghissimo e gli dissi: “Trattieni il respiro”. Questa è la risposta.

Ma questo è solo uno dei ricordi di quel set…
Ce ne sono molti! Mi tornano con flash molto nitidi. Mi ricordo più la realizzazione del film che il film stesso, stranamente. Perché mi ricordo tutti set. L’ultimo giorno di riprese, l’ultima ripresa in assoluto, ero in muta, con l’attrezzatura da sub e le ginocchiere da portiere di hockey sul ponte quando abbiamo fatto partire l’acqua che è entrata impetuosa. Centinaia di tonnellate d’acqua. Ed è stato come un pugno in faccia. Ho chiuso l’inquadratura e poi è diventato tutto nero, perché non si vedeva niente. Ho detto “Signore, prendimi adesso” [ride], poi hanno aperto il portello e ci hanno tirato fuori. Tutto a posto.

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L’acqua e l’Oceano continuano a esercitare il loro fascino?
Certo. Ho preso il brevetto da sub a 15 anni e sono diventato regista a 26, quindi negli 11 anni ho fatto immersioni. Una idea che mi ha ispirato Jacques Cousteau, ma da quando ci siamo trasferiti in California, un paio di anni dopo, ho passato centinaia, migliaia di ore sott’acqua, in tutto il mondo. Poi per The Abyss mi sono interessato all’oceano più profondo e alla tecnologia necessaria per raggiungerlo. Due passioni che hanno dato vita a un ciclo di feedback creativo, perché dopo aver finito Titanic avevo un sacco di soldi che potevo usare per le esplorazioni oceaniche. Questo ha dato il via a un periodo di otto o nove anni della mia vita in cui ho fatto sette spedizioni. Abbiamo costruito nuovi veicoli robotici, siamo entrati all’interno del Titanic e della corazzata Bismarck. E ci siamo tuffati in tutto il mondo con sommergibili di profondità, alla fine ho costruito persino un mio sommergibile, per l’esplorazione e la conservazione degli Oceani, Secrets of Whales per National Geographic e La via dell’acqua, che è l’attuale culmine della storia di Avatar, che continuerà negli oceani.

Temi cari anche a DiCaprio, e ai fan di Titanic
Che non era molto convinto della parte, inizialmente, perché pensava che il film non gli offrisse le giuste sfide. L’ho dovuto convincere. Kate mi mandò una nota con una rosa rossa che diceva “Sono la tua Rose”, era davvero entusiasta dopo la lettura con Leo. Potevo vedere la chimica tra loro, continuava a dirmi “E’ lui, è lui”.
Quanto al resto, la disparità che vediamo nel film, tra ricchi e poveri, è quel che accade nella crisi che stiamo fronteggiando per i cambiamenti climatici. Siamo stati avvertiti, l’abbiamo vista arrivare, ma non abbiamo saputo girare la nate. E’ come il maledetto iceberg. Ci schianteremo e a soffrire di più saranno i òpoveri, non certo le nazioni ricche che l’hanno causato, che hanno schiacciato l’acceleratore.

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Perché Titanic resta un film che è meglio vedere al cinema?
Molti ricordano ancora dov’erano quando l’hanno visto al cinema, a che punto delle loro vite e le loro relazioni. Titanic ci lega a momenti nel tempo perché ha una sorta di atemporalità. I televisori sono fantastici, e i sistemi audio casalinghi, la differenza che esisteva 25 anni fa non è più così determinante, ma prendere la decisione di salire in macchina, attraversare la città, pagare un sacco di soldi per il parcheggio, per biglietti e popcorn, senza poterlo metterlo in pausa o vedere in più serate, fa crescere quell’emozione. Non dirò niente che non sappiate già, c’è qualcosa di speciale. Non so voi, ma io ho cinque figli e cercare di far sedere tutta la famiglia davanti allo schermo a casa è quasi impossibile. Prendete appuntamento con qualcuno che amate o con gli amici e andate in un cinema per un momento sacro di condivisione.

 

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