Toni Servillo, il suo Papa “tra misericordia e responsabilità” a Cannes 2022

In Esterno notte di Marco Bellocchio, presentato al Festival di Cannes, Servillo interpreta il ruolo di Paolo VI

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Toni Servillo Esterno notte

In Esterno notte, presentato nella sezione Première del Festival di Cannes 2022, Toni Servillo interpreta il ruolo di Papa Paolo VI. La serie di Marco Bellocchio ripercorre la tragica vicenda del sequestro Moro.

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Mi sottraggo da facili generalizzazioni sulla figura del Papa” dice Servillo in conferenza stampa. Il suo Paolo VI è un Papa dall’aspetto ieratico, ma con una vena di decadenza.

La solennità papale, legata all’antica consuetudine cattolica, che poneva tra il pontefice e il popolo di Dio una distanza austera, si andava pian piano perdendo (con Giovanni Paolo II sarà quasi del tutto azzerata). Servillo interpreta un uomo che percepisce, anche nella carne, tutto il peso di un ruolo gravoso, costretto ad assistere quasi impotente alle vicende storiche che lo circondano e sinceramente afflitto dalla sorte di quello che considera un suo figlio in modo particolare, Aldo Moro, nella serie interpretato da Fabrizio Gifuni.

Toni Servillo e Fabrizio Gifuni, Esterno notte

Io non ho guardato con accanimento alla figura storica del Papa – spiega l’attore –. Mi interessava dare questa dimensione conflittuale molto forte che il Papa esprime con parole sue: tra la misericordia e senso di responsabilità. Una figura che si muove in modo drammatico tra la sua l’immagine temporale e quella misericordiosa di uomo di fede”.

Dell’opera di Bellocchio Servillo dice: “È una grande messa in scena in cui si rappresenta il potere. Quello che mi ha sempre affascinato da spettatore di Bellocchio in casi particolari come questo, in cui c’è una base storica reale, è la sua capacità di aggregare immagini, che è propria delle autentiche opere d’arte e dei grandi poeti. L’originalità di lettura e l’autonomia di pensiero si forma davanti all’opera”.

Toni Servillo e Margherita Buy, Esterno notte

Esterno notte è la prima serie televisiva di Marco Bellocchio e Servillo precisa: “Sono felice di partecipare a un film di 6 ore. La forma della serialità mette le diverse parti dell’opera distanti tra loro in condizione di dialogare le une con le altre e rende il racconto un’esperienza unica nella sua interezza”.