Una madre, il trailer del film con Aurora Giovinazzo e il racconto del regista Stefano Chiantini

Intervista al regista e sceneggiatore Stefano Chiantini sul suo film al cinema dal 19 novembre

0
Aurora Giovinazzo, Una madre Chiantini trailer
Aurora Giovinazzo, Una madre

Deva è una ragazza di vent’anni, minuta, dall’aria spersa e l’espressione dura, ma dentro nasconde una forza interiore sorprendente. Deva è la protagonista di Una madre, il film scritto e diretto da Stefano Chiantini, al cinema dal 19 novembre, che vede protagonista Aurora Giovinazzo (Freaks Out, 2021) con Micaela Ramazzotti, Angela Finocchiaro e la partecipazione di Francesco Salvi.

LEGGI ANCHE: Una madre, Micaela Ramazzotti: «Infondiamo maturità e felicità ai nostri figli»

Una madre

Micaela Ramazzotti e Aurora Giovinazzo, Una madre
Micaela Ramazzotti e Aurora Giovinazzo, Una madre

C’è un segreto nella vita di Deva che rende la sua esistenza, già di per sé penosa, ancora più dura, sia al livello morale che fisico. Con grande intensità Aurora Giovinazzo interpreta una ragazza giovane, ma già provata dalla vita, costretta ad abitare nella piccola roulotte di sua madre Giovanna (Micaela Ramazzotti) in condizioni al limite dell’umano, che per sopravvivere si adatta a fare qualsiasi genere di lavoro, dalla lavavetri alla scaricatrice ai mercati generali. Quando Carla (Angela Finocchiaro), proprietaria di una pescheria, la assume come collaboratrice, la vita di Deva comincia a prendere una direzione diversa e ciò che aveva rifiutato, il segreto penoso che si porta dentro, irrompe con prepotenza nella sua realtà.

Angela Finocchiaro, Una madre
Angela Finocchiaro, Una madre

Una madre, un titolo indeterminato e al tempo specifico per un film che descrive, in modo asciutto e realistico, una situazione di povertà femminile, probabilmente la più fragile esistente, attraverso la delicata condizione della maternità. Intervistato da Ciak, il regista e sceneggiatore Stefano Chiantini spiega come mai ha scelto di affrontare questo tema, a cominciare dal titolo.

Mi interessava confrontarmi con l’animo femminile, che considero più sfaccettato e complesso di quello maschile. Credo che la donna si porti dietro delle responsabilità maggiori, tra queste anche l’essere madre. Non voglio aprire un discorso sociale ed etico su cosa comporti e significhi essere genitore (padre e madre), ma sicuramente l’essere madre può creare ancora oggi numerose difficoltà e una donna in quel momento, per diverse circostanze, può ritrovarsi in una condizione di debolezza e fragilità materiali ed emotive. Una madre racconta un po’ questo, una donna tra tante presa nel momento in cui vive una condizione e assume un ruolo, quello appunto di madre, che è quanto di più ‘specifico’ e potente esista

Nel film si potrebbe percepire una certa influenza del cinema di Ken Loach, si può dire che questo sia stato una sua ispirazione?

Sicuramente Loach è un regista che mi interessa, mi affascina il modo così asciutto e privo di retorica con cui racconta la società e le persone che spesso vivono ai margini di essa. Trovo che descrivere l’animo umano, soprattutto se calato in determinate condizioni, diventi inevitabilmente un modo delicato per raccontare senza enfasi e giudizio anche la società

Insieme a Supereroi, il suo film presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma, si nota anche in Una madre una sua attenzione particolare verso quella fase dell’adolescenza che porta un figlio a prendere consapevolezza del mondo degli adulti; nel momento in cui sta per entrarvi a far parte però scopre il dolore, la fatica e l’ingiustizia. È così?

Non so, forse è così, credo che in questi due film mi interessasse raccontare, anche e non solo, il momento in cui avviene un ribaltamento dei ruoli tra figli e genitori, perché mi sembra che arrivi un punto, prima o dopo, in cui questo diventi inevitabile. In Una madre Deva per ‘sopravvivere’ è costretta a svestire i panni di figlia e a diventare, nolente o volente, responsabile della donna che l’ha messa al mondo; Jenny in Supereroi deve accudire il padre colpito da un ictus e ‘guidare’ in un certo senso una madre che non sa essere tale fino in fondo. Ecco, esiste un momento in cui si diventa genitori dei propri genitori, può accadere molto presto o decisamente tardi, ma accade; Una madre e Supereroi raccontano anche questo passaggio, con le complicanze emotive che si porta dietro

Una madre è un racconto fatto di cicli, è come se le protagoniste fossero vittime di una sorta di coazione a ripetere, ma Deva spezza questa catena o almeno lascia la sperare di riuscire a farcela.

Sì, Deva sembra riuscire a spezzare questa ciclicità che i personaggi di Micaela e Angela non riescono a interrompere. In questo lei riesce dove le altre due donne hanno fallito, almeno in parte, e riesce a essere appunto una madre, sebbene non lo sia. Soprattutto però Deva riesce a ritagliarsi un ruolo in un mondo che sembra non voler lasciarla entrare, lo fa lottando fisicamente e quotidianamente

LEGGI ANCHE: Il ritorno, Emma Marrone: «Recito e canto per dare sfogo a molteplici personalità»

UNA MADRE | IL TRAILER