La stagione delle responsabilità e della maturazione. Così Filippo Contri, Caterina De Angelis e Antonio Bannò hanno descritto Vita da Carlo 2, la serie al via dal 15 settembre su Paramount+ che li vede tornare nei ruoli rispettivamente di Giovanni e Maddalena (figli di Carlo) e Chicco (fidanzato di Maddalena).
«Giovanni è un ragazzo determinato, inizia a fare quello che ha sempre desiderato fare: lavorare» ci spiega Filippo Contri. «Lo vedremo immerso nel lavoro. È cambiato, è più risolto, anche se questo suo immergersi nel lavoro lo porterà a tralasciare amicizie e compagnie». «Maddalena affronta un momento importante» dice Caterina De Angelis, che sul finale della prima stagione avevamo lasciato con la notizia di una gravidanza. «Si chiude molto in se stessa, è autosufficiente e sceglie di affrontare la gravidanza in modo privato, anche se poi realizza che la persona che ha accanto può solo semplificarle la vita». E di amore incondizionato ne sa qualcosa il Chicco di Antonio Bannò, che tra sacrifici e bugie dette a fin di bene cercherà di guadagnarsi la piena fiducia della famiglia. «Chicco deve dimostrare a Carlo e a Madda di essere maturato. Per lui è la serie delle responsabilità e del diventare adulto».
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Chi invece ha carta bianca e un percorso ancora tutto da scrivere è Ludovica Martino, una delle new entry nel cast della seconda stagione insieme a Sangiovanni. Con lui, Ludovica è chiamata ad interpretare la coppia protagonista di Maria F, il film d’autore che il Carlo della serie cerca di realizzare tra mille difficoltà. Ludovica Martino interpreta se stessa, anche se in una versione molto più capricciosa e provocatoria. «È stato divertente perché non mi sono presa sul serio» ammette Ludovica. «Mi sono sentita libera e mi fidavo ciecamente della visione di Carlo». Sul rapporto sul set con Sangiovanni – qui alla sua prima esperienza come attore – racconta: «Non ho alcun pregiudizio sui cantanti che fanno gli attori. Per me l’arte viene prima di tutto. Sangiovanni è una persona umile, sul set è stato molto aperto, voleva imparare, sembrava stare al primo giorno di scuola. Si è messo a servizio della storia e del racconto, abbiamo creato un bel gruppetto io, lui e Verdone».
