È al cinema dal 14 dicembre, Wonka, il musical prequel del romanzo “La fabbrica di cioccolato” del 1964 di Roald Dahl. Il film, diretto da Paul King (Paddington, 2014 e 2017), è interpretato da Timothée Chalamet nei panni del cioccolataio a cui sono stati già dedicate altre due pellicole, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971) di Mel Stuart, con Gene Wilder nei panni di Wonka, e La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory, 2005) diretto da Tim Burton, con Johnny Depp, nuovo folle interprete di Willy.
Wonka, pur inserendosi nel filone dei film ispirati ai romanzi di Dahl sul personaggio, di cui un sequel cinematografico tratto dal secondo “Il grande ascensore di cristallo” (“Charlie and the Great Glass Elevator”, 1972) non è stato ancora realizzato, in realtà crea una storia del tutto nuova, che per certi aspetti si discosta molto dai film precedenti in primo luogo per il protagonista. Il Willy Wonka di Paul King non ha il cinismo dei personaggi interpretati da Wilder e Depp, e la sua follia visionaria, che assomiglia più a magia, non è quella un po’ inquietante degli altri due.
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“A volte le cose non hanno bisogno di troppe spiegazioni”, canta Wonka in “Pure immagination”, brano principale del musical, ed è esattamente lo spirito con cui va conosciuto questo Willy Wonka.
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Il fiume di cioccolato
Ma c’è un elemento caratterizzante tanto il romanzo quanto gli altri due film, che non poteva assolutamente mancare nemmeno in Wonka: il fiume di cioccolato. Anche se ciascun regista ne ha offerto una visione diversa. Se quello di Stuart era composto da 150.000 litri d’acqua più vero cioccolato mischiato a panna, una miscela che durante le riprese si rivelò deteriore per colore e cattivo odore, per quello di Buton sono stati utilizzati 927.403,1 litri di finto cioccolato, tra cascata e fiume, perché il regista desiderava, a differenza del film del 1971, che questo fosse denso e cremoso, per assomigliare meno alla cioccolata calda e più al vero cioccolato.
In Wonka il fiume di cioccolato compare due volte: la prima in una forma quasi letale, la seconda in chiusura del film. Nella storia i tre cioccolatai detentori del cartello della cioccolata, che ostacola Willy nella realizzazione del suo sogno di aprire un grande negozio di dolci, possiedono una enorme cisterna, che contiene il loro intero patrimonio in forma di cioccolato diluito con acqua. Questo ha una consistenza assai liquida e, giustamente, poco allettante, diversamente dal fiume di cioccolato che Willy Wonka crea nella propria immaginazione per la sua futura fabbrica.
La dieta a base di cioccolato sul set di Wonka
Il regista Paul King ha detto di aver preso circa 22 kg a causa di tutta la cioccolata che ha mangiato sul set e ha aggiunto: “È un miracolo che [Timothée Chalamet] sia rimasto così magro e bello“. King ha spiegato: “Avevamo questo incredibile cioccolatiere. Noi assaggiavamo queste fantastiche miscele e avevano un sapore ottimo, ovviamente gli attori sono bravi a fingere, ma il miracolo era che avevano un sapore buono quanto sembravano”.
Sebbene sia riuscito a non prendere peso, il ruolo di Wonka è costato a Timothée Chalamet qualche mal di pancia, perché più volte durante la produzione si è ammalato a causa della quantità di cioccolato e caramelle che ha dovuto mangiare.