Yes Day – Intervista esclusiva a Jennifer Garner, una mamma super action

Jennifer Garner torna sullo schermo con Yes Day, commedia family dove interpreta una madre che concede ai propri figli di ribaltare le regole di casa per un giorno. Su Netflix dal 12 marzo.

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Forse non tutti sanno che per molte famiglie americane esiste il “giorno del sì”, durante il quale i genitori si spogliano del loro odioso ruolo di “killer del divertimento” per concedere 24 ore di ragionevoli “sì” a figli che chiedono di dettare le regole.

A raccontarci questa tendenza è Yes Day, commedia family interpretata da Jennifer Garner ed Édgar Ramirez, diretta da Miguel Arteta e in arrivo su Netflix il 12 marzo. Da Los Angeles, dove il film è stato girato, la Garner ha raccontato a Ciak perché questa storia, tratta dall’omonimo libro di Amy Krouse Rosenthal illustrato da Tom Lichtenheld, la riguarda da vicino.

Il film si nutre molto delle sue esperienze famigliari.

Mia figlia più piccola ha adorato quel libro e ha chiesto di avere lo Yes Day, che nove anni fa per la nostra famiglia è diventata una tradizione prima ancora che fosse una tendenza per il Paese. Sul mio account Instagram ho sempre pubblicato una foto del giorno dopo il nostro Yes Day – che spesso si conclude con una notte in tenda nel giardino di casa – nella quale siamo tutti esausti. Un paio di produttori si sono allora messi in contatto con me per una proposta e ho pensato che fosse una grande idea perché c’è tanto della mia vita di madre in questa storia sulla la necessità che i figli hanno di crescere ed essere autonomi, sulla resistenza dei genitori a volte ossessionati dalla programmazione settimanale della famiglia
e dal bisogno di tenere tutto sotto controllo.

 

Quanto è difficile per lei dire “no” ai suoi figli?

Se hai figli i “no” sono inevitabili, non si possono mangiare porcherie tutto il giorno, o fare cose che al momento sembrano fantastiche, ma alla lunga sono dannose per il nostro corpo. Quale bambino sceglierebbe di mangiare broccoli al posto del gelato?

Oggi le restrizioni sociali dettate dalla pandemia impongono una rinegoziazione dei rapporti famigliari.

Per crescere in modo sano i ragazzi devono vivere in una comunità ben più ampia di quella
famigliare, hanno bisogno di confrontarsi con i propri coetanei, a volte hanno più bisogno
degli amici che dei parenti. E ora hanno vissuto un anno intero di “no”. Ma dobbiamo guardare al futuro perché torneremo a divertirci insieme.

La cosa più pazza mai fatta durante uno Yes Day?

In realtà i miei figli si divertono con le piccole cose: gelato a colazione, fast food, snack intorno al fuoco, notte in tenda, un viaggio sul sedile davanti in macchina – che per me da bambina era una delle cose più divertenti al mondo – tutta la musica che vogliono.

Attraverso Allison emergono altri suoi celebri personaggi come Elektra, la Sydney Bristow di Alias.

Amo moltissimo le scene d’azione, sono cresciuta pensando di diventare una ballerina professionista, mi piaceva essere sul palco e nella città dove sono cresciuta avevo un’insegnante di danza classica dalla quale ho imparato a parlare con il mio corpo.

Fare film per famiglie la rende orgogliosa?

Sono molto felice che le famiglie possano guardare questo film insieme e che i miei figli lo abbiano fatto e si siano sentiti molto coinvolti, venendo spesso anche sul set. Ma l’esperienza più incredibile è stata questa: di solito quando un film esce nei cinema il produttore si siede in fondo alla sala e si gode le reazioni del pubblico. Ma oggi le sale sono chiuse, così alcune famiglie ci hanno permesso di osservarle mentre guardano il film a casa, con una telecamera alle loro spalle. Ci siamo accorti che più la storia andava avanti, più si sedevano vicini sul divano e questo è quello che spero accada nelle case di tutto il mondo.