IL FATTO
Si apre con scene dedicate a spiegare la vera ragione che ha spinto Hercule Poirot a farsi crescere i celebri baffi a manubrio Assassinio sul Nilo, il secondo remake che il grande regista e attore britannico dedica all’investigatore ideato da Agatha Christie. E l’intero film – storia di amore, gelosie e morte nello scenario mozzafiato del Nilo e delle vestigia dei faraoni – è un grande omaggio alla giallista britannica: la morte di una ricca e bellissima ereditiera dà il via a una spirale di violenza e colpi di scena che trovano la spiegazione solo al termine di una successione di presunti colpevoli e false piste. La forza del cast (lo stesso Branagh, Gal Gadot, Annette Bening, Armie Hammer, Emma Mackey e tanti altri) contribuisce a dare credibilità alla storia, che sembra chiudere l’omaggio di Branagh alla Christie inaugurato con il successo mondiale di Assassinio sull’Orient Express.
LEGGI ANCHE: Assassinio sul Nilo, svelata la data del debutto su Disney+
L’OPINIONE
Riprese sontuose, colori, costumi, ambientazioni e scenari che conquistano, l’avvio sganciato dal resto della storia che riporta Poirot agli anni della Grande Guerra 1914-18, conferiscono ai primi 90 minuti di Assassinio sul Nilo uno status da grande film. Più macchinoso risulta forse l’epilogo, quando Branagh rende omaggio con decisione alla formula del “chi è stato?” da sempre al centro dei gialli della Christie, scoprendone i limiti nell’applicazione al gusto cinematografico di oggi. Dove invece il regista trasgredisce è nella scelta delle musiche, straordinario punto di forza del film, che spaziano dal grande bluegrass ai Depeche Mode.
LEGGI ANCHE: Assassinio sul Nilo, si allarga il boicottaggio al film con Gal Gadot
SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE…
Il precedente cinematografico diretto nel 1978 da John Guillermin, con un cast all star che comprendeva David Niven, Peter Ustinov, Bette Davis e Mia Farrow, e il già citato Assassinio sull’Orient Express, dello stesso Branagh, 352,8 milioni di dollari al box office nel 2017.