Continuano le difficoltà per l’Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh. La seconda volta del regista e attore nei panni del Hercule Poirot di Agatha Christie si trova ad affrontare un nuovo boicottaggio, quello della Tunisia, che allarga il fronte dei paesi arabi avversi al film interpretato dall’attrice israeliana Gal Gadot.
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I risultati deludenti al botteghino cinese – su cui la produzione contava molto – e il rifiuto di Libano e Kuwait a proiettare il film con Letitia Wright e Armie Hammer (anche lui al centro di pesanti polemiche nei mesi passati) non bastavano… Dopo le proteste di attivisti filo-palestinesi seguite all’uscita in sala del 9 febbraio scorso, arriva la decisione del ministro della cultura tunisino.
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“L’attrice principale di questo film è un’israeliana che è stata addestrata nell’esercito sionista e che sostiene la colonizzazione dei territori palestinesi”, ha dichiarato Kaouther Saida Chebbi, una delle leader della campagna, nel dare l’annuncio dell’annullamento di una manifestazione già in programma davanti a un grande cinema della capitale dove il film era in cartellone.
E dove resterà, ma solo esternamente, visto che sono molte le fonti a raccontare della mesta sopravvivenza del poster ufficiale dell’adattamento del celebre romanzo giallo, già portato sullo schermo nel 1978 da John Guillermin e Peter Ustinov.
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Intanto, la protagonista al centro della polemica continua a essere sempre più richiesta, e prossima a un nuovo progetto basato sull’opera della grande scrittrice britannica. Che speriamo abbia miglior fortuna in futuro, anche se già nel 2017 furono molti – e in molti casi gli stessi – a bandire il film Wonder Woman, sempre per la presenza della bella e brava Gal Gadot.