Bad Boys for Life, sparatorie old style e nuove variazioni. La recensione

A più di vent’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Bad Boys, Will Smith e Martin Lawrence di nuovo insieme nel terzo capitolo della saga. Al cinema dal 20 febbraio

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Bad Boys for Life, con Will Smith e Martin Lawrence, diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah, arriva al cinema dal 20 febbraio prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. La recensione:

Diciassette anni sono passati dall’ultima volta che abbiamo visto Mike Lowrey e Marcus Burnett e le loro pirotecniche avventure/indagini in quel di Miami. Ora Marcus sta diventando nonno, ha problemi di vista e punta alla pensione, Mike invece, pizzetto speziato a parte, è ancora lo scatenato irresponsabile quale è sempre stato. Almeno finché non viene colpito in un attentato mirato.

In effetti è in cima alla lista di una serie di persone che Isabel Aretas, feroce vedova del boss Benito e appena evasa dalla prigione con spargimento di sangue, ha deciso di fare ammazzare per vendicarsi. Allo scopo si fa aiutare dal figlio Armando, micidiale e ubbidiente, sia pure con qualche ubbia personale. Salvato per il rotto della cuffia, non appena tornato a camminare, il nostro Mike, invece di lasciar fare al team di agenti incaricato delle indagini, comincia ad agitarsi e a voler fare di testa sua, magari chiedendo aiuto al vecchio pard “per un’ultima volta”.

Signori ecco a voi, direttamente dagli anni ’90, la fracassona coppia “all black” che, tra un rap e una battuta grassa, frantuma qualunque cattivo che gli si frappone. Gli anni passano e si vede, specie in Martin Lawrence, ma soprattutto anche una formula che già suonava ripetitiva alla seconda avventura di Arma letale con Mel Gibson e Danny Glover (lo scavezzacollo un po’ infantile e l’appena un poco più sensato socio che “tiene famiglia”), figuriamoci adesso.

La trama è solo un pretesto per rilanciare due divi (più Smith che Lawrence) con il fiatone (tra l’altro pare che pure Eddie Murphy stia brigando per tornare nei panni del Beverly Hills Cop, altro segno dei tempi!), quindi saltiamo a piè pari sulle scorciatoie e le manchevolezze della sceneggiatura particolarmente sulle spicce (per sconcertante assurdità il finale si raccomanda), per concentrarci su l’unica cosa che ad autori e pubblico interessa, l’action.

A orchestrare il Luna Park questa volta non c’è più il “pesante” e fantasioso Michael Bay ma due cineasti dal nome esotico che vengono dal Belgio, Adil El Arbi & Bilall Fallah, regista tra l’altro di una crime story a sfondo razziale, Black, assai apprezzata all’estero come in patria. Con un budget rigonfio e gli artigli del controllo Hollywoodiano sulle spalle (produttore Jerry Bruckheimer, come dire una “filosofia” dello spettacolo, ma anche Will Smith), i due europei sono stati molto nei limiti del compitino assegnatoli.

Se Mike/Smith gira come un’irresponsabile tra le strade della metropoli e prima spara e poi pensa, l’inseguimento con i due su sidecar aggiunge qualche tocco di dinamica demenza e acrobazie oltre l’umano, e le sparatorie sono frenetiche come in un videogame bellico. Quindi: umorismo e smargiassate old style con nuove variazioni sulla “beatitudine dell’esser pensionato” e il solito perbenismo a impregnare personaggi come situazioni. Ma siamo proprio sicuri che non si possa pretendere, almeno nella trama, qualcosa di più?

Voto: 2 stelle e mezzo

Bad Boys for Life, il trailer. Will Smith e Martin Lawrence sono tornati