Cannes 2023, La chimera, recensione del film di Alice Rohrwacher

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La chimera, IL FATTO – Arthur è appena uscito di prigione. Torna nel paesino della Tuscia, nell’alto Lazio, dove vive e dove insieme a una compagnia di sbandati si guadagna da vivere trafugando reperti archeologici nelle tombe ancora non scoperte delle necropoli etrusche. Ma la sua vera ricerca è quella della pace, persa insieme alla donna che amava.

L’OPINIONE – Alice Rohrwacher continua la sua esplorazione cinematografica di una realtà altra, abitata da personaggi avulsi alla società e con uno sguardo sognante e magico sul mondo.

La chimera, suo quarto film, in concorso a Cannes 2023, racchiude tutte le suggestioni dei precedenti Corpo celeste, Le meraviglie e Lazzaro felice (premio per la sceneggiatura a Cannes 2018) e vi aggiunge nuovi elementi fantastici. Arthur, un inglese in una terra radicata nel passato, è alla ricerca di un Graal, guidato dalla sua dama, non del lago ma della terra in questo caso.

Rohrwacher inserisce quest’impianto in una struttura dichiaratamente pasoliniana, nei personaggi, nello stile, nella scrittura, con rimandi felliniani sparsi qua e là e una calcolata anarchia narrativa e nella messa in scena. Il cercatore viaggia in un mondo che non gli appartiene, il suo posto è tra i morti e sono loro a richiamarlo all’ordine ogni volta che qualcosa di terreno lo tenta.

A dispetto di una forma apparentemente ostica, tutto ne La chimera è in realtà semplicissimo, il caos è ordinato, affascinante e magico, e lo sarebbe potuto essere di più.

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Isabella Rosellini la sua Mamma Tuscia (e in ogni caso magnifica, quando c’è lei in scena il film si illumina), la picaresca compagnia di Arthur, cavalieri di una tavola rotonda che non c’è, potrebbero essere personaggi di un perduto racconto di Canterbury.

Ci sono riferimenti precisi a Uccellacci e uccellini e a Cosa sono le nuvole?, insomma, un accumulo pasoliniano che ovatta la voce della vera autrice del film. Ed è un peccato, perché il desiderio sarebbe stato quello di vedere e sentire ancora di più di quello che ha da dire Alice Rohrwacher, regista che sta costruendo un suo mondo e che si è ritagliata uno spazio importante nel cinema contemporaneo.

Infine, va segnalata la bella interpretazione di Vincenzo Nemolato, attore di gran talento e faccia da caratterista che vedremo spesso e bene nel prossimo futuro.

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RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
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