Foglie al vento, recensione del film di AKi Kaurismaki

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foglie al vento

Foglie al vento, IL FATTO – Un uomo e una donna, due vita precarie e solitarie. Un incontro casuale e un rincorrersi, sballotati dal caso e dal dolore. Attorno a loro una realtà surreale e le storie del grande schermo che sembrano vere.

L’OPINIONE – Il cinema di Aki Kaurismaki è unico al mondo. Soltanto questo pazzo finlandese riesce a raccontare un panorama depresso e in disfacimento attraverso colori pastello, scenografie essenziali e apparentemente arrangiate, una colonna sonora che spazia dalla mazurka finlandese alle affascinanti atmosfere elettroniche delle Maustetytöt, due attori che sembrano usciti dalla Hollywood dei tempi d’oro e un umorismo nei confronti della vita che fa bene all’anima.

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Il tutto condito da un amore per il cinema raro e prezioso e che conduce per mano lo spettatore nel corso di questo Breve incontro (il film di Lean è costantemente presente nel corso del racconto) tra due anime tormentate. Ansa ha perso la famiglia a causa dell’alcool, Holappa ne è vittima in seguito al costante stato depressivo in cui versa. Sullo sfondo una Finlandia ben diversa da quella che immaginiamo, un paese in cui imperano i contratti a zero e il precariato è selvaggio. Kaurismaki parla di questi temi, gravi e delicati, sempre con la voglia di affrontare questa triste vita con un sorriso. Sullo sfondo, costanti e inesorabili, le notizie sulla guerra alle porte.

Mancava lo sguardo di Kaurismaki al cinema di oggi

Nella maggior parte dei casi impegnatissimo a prendersi troppo sul serio e a dimenticare che c’è stato qualcuno prima a indicare la strada. Aki invece non se lo scorda, rende omaggio agli amici anarchici come lui (Jim Jarmusch), ai cinefili incalliti che vedono in un film di zombie un dotto riferimento a Diario di un curato di campagna di Bresson, dissemina il film di manifesti d’epoca che contrappuntano i diversi atti della narrazione.

Foglie al vento è un film essenziale in tutto, nella recitazione, nel montaggio, nella composizione dell’immagine, nella cura per la traccia sonora, in cui ogni minimo suono ed effetto è necessario allo sviluppo del racconto.

La coppia formata da Alma Pöysti e Jussi Vatanen sembra arrivare direttamente da Scrivimi fermo posta di Lubitsch, Vatanen in particolare è stato evidentemente erudito da Kaurismaki per muoversi come un moderno James Stewart finlandese.

Foglie al vento fa stare bene

Come spiega benissimo il regista, che con questo film è tornato in concorso al Festival di Cannes dopo oltre dieci anni, in questo momento è quello di cui c’è bisogno. Perché è un mondo terribile e crudele. Solo l’amore ci salverà.

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RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
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