Italia, 2020
Regia Elisa Amoruso
Interpreti Emma Fasano, Manon Bresch, Micaela Ramazzotti, Giampaolo Morelli, Federico Ielapi
Distribuzione BIM
Durata 1h e 34’
IL FATTO
Fine anni ’80: Enzo e Laura si trasferiscono con i figli, l’adolescente Nina e il più piccolo Lorenzo, in un quartiere della periferia romana dove la donna è cresciuta. Per Nina le difficoltà sono molteplici, tra l’assenza e inaffidabilità del padre, le frustrazioni della madre e l’impatto con la nuova scuola, un istituto cattolico.
Proprio lì, però, incontra Sirley, ragazza originaria della Guyana ed emarginata dalle compagne: tra le due inizia a instaurarsi un rapporto sempre più stretto.
MALEDETTA PRIMAVERA – L’OPINIONE
Di ispirazione autobiografica, il primo lungometraggio di finzione di Elisa Amoruso (tra i suoi documentari, Bellissime e Chiara Ferragni – Unposted), già in anteprima alla Festa del
Cinema di Roma 2020, riesce a evitare i cliché dei racconti sulle periferie nostrane: senza rinunciare a mettere a fuoco il contesto sociale della vicenda, ne fa però lo sfondo di una delicata, lirica storia d’amore e di formazione (non solo) adolescenziale.
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Le dinamiche dei sentimenti che si incontrano, scontrano, perdono e (non sempre) ritrovano sono note quanto la canzone che dà il titolo al film. Ma lo sguardo della regista, tra concretezza dei corpi in cambiamento e sospensione del ricordo, geografia suburbana ed epifanie della natura, sa cogliere momenti di verità e intensità poetica dai luoghi e soprattutto dai personaggi, così vivi e bisognosi di un (in)appagato affetto.
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In tema di adolescenza, amore e avvicendamento delle stagioni, c’è naturalmente
Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino.
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Chi non l’avesse ancora visto, poi, recuperi Lady Bird, di Greta Gerwig, dove Saoirse Ronan è una liceale di una scuola cattolica americana, tra aspirazioni, delusioni, amicizie e un rapporto complesso con la figura materna.
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