“My Italy”, quattro artisti in commedia

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Italia, 2016 Regia Bruno Colella Interpreti Lina Sastri, Piera Degli Esposti, Rocco Papaleo Distribuzione Mediterranea Productions Durata 1h e 41’

 

Al cinema dal 18 maggio 2017

IL FATTO – Il polacco Krzysztof M. Bednarski, il danese Thorsten Kirchhoff, l’americano Mark Kostabi, il malese H.H. Lim: sono artisti affermati che han deciso di vivere a Roma. Bruno Colella, nella parte del produttore e il fido l’assistente sfruttato si affannano per reperire i fondi per girare un film con e su di loro (“un connubio tra la commedia e un argomento un po’ più di nicchia”), tra Varsavia, Milano e Cannes. Nel frattempo i quattro vivono alcune paradossali avventure, mentre il critico Achille Bonito Oliva ci aiuta a capire un po’ meglio il senso delle loro attività.

L’OPINIONE – Una fiction per documentare l’arte (“una promessa di felicità”, secondo Oliva) e soprattutto la loro relazione con Roma e l’Italia (seguendo una tradizione che – viene sottolineata qui – deriva dal Grand Tour settecentesco degli artisti a girare ed abbeverarsi culturalmente in Italia). Il progetto è curioso nella sua commistione, a cui han dato mano e volti anche celebri attori e cantanti (Jerzy Stuhr, Lina Sastri, Piera Degli Esposti, Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Nino Frassica, una magnifica Serena Grandi diventata qui Serena Dream e poi Toni Esposito, Eugenio ed Edoardo Bennato, Enzo Gragnaniello, Petra Montecorvino solo per citarne alcuni), tra film sul film che si deve fare, commedia che spesso vira sul surreale, comicità e qualche tocco di malinconia alla partenopea.

Colella e Marco Tornese si muovono nel solco di coppie come Totò e Peppino o Troisi e Lello Arena (e Napoli e la Campania tornano spesso come teatro degli episodi). Va detto che non tutti i capitoli hanno il piglio e il peso adeguato, noi ad esempio abbiamo preferito il primo, con Bednarski avvicinato dalla Sastri, vedova di un camorrista, che vuole per il marito la stessa tomba che l’artista ha progettato per il grande cineasta Kieslowski. Anche questo My Italy, coproduzione internazionale, ha compiuto il suo tour per i festival (tra cui Montreal) prima di arrivare sulle nostre sale. Bruno Colella, dopo Voglio stare sotto il letto e Ladri di barzellette, alza qui ambiziosamente il tiro: il risultato è diseguale, ma simpatico e bizzarro al punto giusto da farsi benvolere. Inoltre è pure, nella sua “leggerezza”, una bella introduzione a quattro artisti polivalenti di sicura importanza.

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