THE IMITATION GAME

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id., Usa, 2014 Regia Morten Tydlum Interpreti Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goods, Mark Strong Sceneggiatura Graham Moore Produzione Teddy Schwarzmann, Nora Grossman, Ido Ostrowsky Distribuzione Videa Durata 1h e 53′

In sala dal 

1 gennaio

La storia vera del matematico e criptoanalista britannico Alan Turing, noto leader di un eterogeneo gruppo di studiosi, linguisti, esperti di rompicapi, campioni di scacchi e agenti dei servizi segreti sotto copertura, passato alla storia per aver decifrato gli inaccessibili codici della macchina tedesca Enigma durante la Seconda Guerra Mondiale, salvando milioni di vite umane. La sua invenzione, la “macchina di Turing”, oggi è chiamata computer.

Il film, nato da un articolo sul discorso del Primo Ministro Gordon Brown, che a nome del governo britannico si scusava per il trattamento riservato a Turing, arrestato per omosessualità e atti osceni dopo la guerra e poi morto suicida a 41 anni, è basato sul romanzo Alan Turing. Storia di un enigma di Andrew Hodges. Outsider geniale, febbrile ed eccentrico, ma inetto alla vita sociale e incapace di decifrare comportamenti e sentimenti umani, persino i propri, Turing, padre della moderna informatica (già portato sullo schermo da Enigma di Michael Apted con Dougray Scott e Kate Winslet) trova una perfetta incarnazione in Benedict Cumberbatch che da Il quinto potere a I segreti di Osage County ci piace vedere nei panni di border line restio alla normalità e alle convenzioni, capace di vedere il mondo con occhi diversi da quelli della maggior parte della gente, al di sopra del comune senso del pudore, oltre ogni irragionevole mediocrità. È lui (l’attore più amato dai lettori di Ciak, secondo il nostro recente sondaggio) la vera ragione per cui vedere The Imitation Game, che ha vinto l’ultimo Festival di Toronto ed è candidato a cinque Golden Globe. Tanto convenzionalmente britannico quanto irresistibile, il film del norvegese Tydlum non brilla per idee, ispirazione o guizzi autoriali, ma è ben confezionato. La storia di Turing poi è così straordinaria che basta da sola e la solida sceneggiatura che alterna suspance, angoscia, frustrazione, speranza e una buona dose di dilemmi morali, regala a ogni singolo attore la possibilità di brillare con ottime performance. Tra A Beautiful Mind e Social Network (a cui deve la struttura narrativa ricca di flashback), La teoria del tutto (su un altro genio britannico) e il cinema old fashion di Richard Attenborough.

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