Alla Festa del Cinema di Roma 2023 è la giornata anche di Widow Clicquot, film diretto da Thomas Napper e accompagnato all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone dalla sua protagonista Haley Bennett (da noi intervistata), attrice e in questo caso anche produttrice del film nel quale la vediamo affiancata con Tom Sturridge e Sam Riley.
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IL FATTO:
la storia di Barbe-Nicol Ponsardin in Clicquot, vedova ed erede di uno dei più importanti vitigni della regione dello Champagne all’inizio del XIX secolo, in piena epoca napoleonica. Dopo le difficoltà iniziali e l’ostilità di un mondo dominato dagli uomini, Madame Clicquot avrebbe rivoluzionato il mercato e la commercializzazione dello champagne, sempre rispettando la memoria del compianto marito François.
L’OPINIONE:
Si poteva anche intitolare Wuthering Grapes, sarebbe stato un titolo calzante, perché c’è tanta passione in questa storia, molto riveduta e corretta, della vita di una donna che è stata una delle più grandi imprenditrici, indipendentemente dal genere, della sua epoca. La vita di Barbe-Nicol è stata molto più pratica di quanto racconta il film di Thomas Napper, pur lasciando intatta l’energia della donna d’affari e che aveva perfettamente capito che per non farsi mettere i piedi di testa doveva essere più uomo di quelli che aveva intorno. E probabilmente non doveva essere molto complicato.
Detto ciò, Widow Clicquot è un film romantico, nell’accezione più storico-letteraria del termine. Il tormentato Monsier Clicquot sembra un giovane Werther che non riesce a scendere a patti con il dovere conciliare il rapporto quasi carnale che ha con la terra e le vigne e la necessità di renderle profittevoli. È un covo di passioni e filosofia l’alcova dei giovani coniugi, proiettati verso il futuro, eppure bloccati dal desiderio di dare alla loro creatura il tempo di crescere e diventare forte prima di mandarla per il mondo.
Riflessioni filosofiche che si accompagnano a un’atmosfera sospesa com’è dovrebbe essere nella storia di un fantasma che continua ad aleggiare, anche se non per forza benevolmente.
Non è un film sullo champagne, Widow Clicquot, ma sulla memoria che può restare imprigionata in una bollicina, e questo lo rende a suo modo affascinante.
Soprattutto, il film è perfetto per dare ad Haley Bennett, ex modella, cantante e attrice americana da tempo trapiantatasi nel Regno Unito per amore (il suo compagno è il regista Joe Wright, insieme a lei anche produttore del film), la possibilità di cimentarsi in un ruolo impegnativo e che trasmette un potente messaggio femminista contemporaneo.
La accompagnano in questo viaggio Tom Sturridge, che non può che interpretare il tormentato marito, e Sam Riley, attore magnifico e consapevole che dopo avere interpretato Ian Curtis nel bellissimo Control non troverà più un altro ruolo del genere della vita. E anche questo può essere un peso non da poco con cui convivere.
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Curiosa associazione mentale. Una delle migliori annate del Veuve Clicquot fu il 1811, quando una cometa solcò i cieli della Francia, una perturbazione elettromagnetica che in qualche modo aiutò i vigneti, che produssero con una qualità e una quantità ineguagliata. I vini francesi di quell’annata sono ancora oggi inestimabili, battuti per decine di migliaia di euro alle aste dei collezionisti.
Tutto questo per dire che esiste una divertente commedia romantica del 1992 che si intitola appunto L’anno della cometa, con protagonisti Penelope Ann Miller e Tim Daly alla ricerca di una preziosissima bottiglia di vino. La sceneggiatura è del due volte premio Oscar William Goldman, solo per questo vale la pena.