HBO CANCELLA VINYL

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Capita anche ai migliori di commettere un errore. Questa volta è successo a Martin Scorsese e Mick Jagger che hanno puntato tutto su Vinyl senza ottenere il successo sperato. La serie tv infatti non avrà una seconda stagione.

Hbo ha deciso di cancellare lo show. I motivi? Bassi ascolti, alti costi di produzione e un storia che non ha mai convinto fino in fondo nessuno. Richie Finestra sempre alla disperata ricerca di un modo per salvare la sua etichetta discografica non ha fatto breccia nel cuore del pubblico come ci si aspettava. Insomma il vecchio mantra “sesso, droga e rock’n’roll” questa volta non ha fatto centro. Non è stato sufficiente il pilota di due ore – praticamente un film – girato da Scorsese. Non hanno incantato gli spettatori neanche le melodie curate da Jagger. Vinyl di fatto si è rivelato un gigante con i piedi di argilla. A dimostrazione che a volte i grandi nomi non servono a fare la differenza.

L’impressione è che nello show di Terence Winter tutto fosse molto studiato per “funzionare”. La musica ripescata dagli archivi di due colossi come la Atlantic Records e la Warner Bros. Records. I costumi e la ricostruzione storica erano davvero curati. Ma ci si è dimenticati di dare il giusto spazio alla storia. Se alcuni episodi giravano a vuoto altri invece non suscitavano mai negli spettatori quella tensione necessaria per avere a cuore i personaggi. L’inserimento poi di icone come John Lennon, Andy Warhol o Elvis appariva forzato, trasformando tutto in un’operazione nostalgia effimera e fittizia. Il risultato? Sembrava di trovarsi in un museo delle cere con la star di turno usata come specchietto per le allodole più che per concrete esigenze narrative. A rendere ancora più debole lo show è stata la scelta degli sceneggiatori di riunire molti sottogeneri nella trama che già non aveva una sua identità definita. All’elemento crime è stata integrata una storyline con i gangster da casinò tanto cari a Scorsese, per poi aggiungerci il dramma di un antieroe come Finestra, lontano però anni luce dallo spessore di illustri predecessori come Don Draper e Walter White. Il tutto poi è stato appesantito da una ricostruzione storica che non ha mai davvero colto l’anima più profonda di quell’epoca.

Così Vinyl è risultato un’operazione televisiva un po’ posticcia. Gli sceneggiatori hanno reso l’alter ego di Bobby Cannavale un narratore affidabile costringendoci a dare credito a qualsiasi sua follia mentre i personaggi femminili invece non hanno mai trovato una loro dimensione. Non la moglie di Richie, interpretata da Olivia Wilde, schiacciata nel cliché della donna insoddisfatta del proprio matrimonio ma nemmeno la Jamie di Juno Temple finita in un menage a trois solo per ricordarci quanto fossero trasgressivi gli anni ’70. Un’altra grande assente dello show è stata New York mai davvero protagonista a differenza di quanto accadeva in altri show di successo come Sex and the City e Girls. Per uno strano gioco del destino quindi Vinyl è finita in soffitta molto in fretta un po’ come un disco che al primo ascolto ci fa rimpiangere di averlo comprato.