“SARANNO FAMOSI”: 35 ANNI FA INIZIAVA LA SERIE TV CHE HA ANTICIPATO TUTTI I TALENT

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Prima di Amici, prima di X Factor, prima di qualsiasi talent show, c’è un posto che ha fatto sognare il successo a milioni di giovani in tutto il mondo: è la Scuola d’Arte di New York, dove studiavano Leroy, Julie, Coco, Danny e Doris in Saranno famosi, il celebre telefilm anni ’80 andato avanti per sei gloriose stagioni e infinite repliche, e ispirato all’omonimo film del 1980 di Alan Parker. Il primo episodio andava in onda negli Stati Uniti proprio 35 anni fa, il 7 gennaio 1982.

Saranno famosi, in originale Fame, raccontava le vicende di un gruppo di studenti della New York City High School for the Performing Arts, la scuola superiore specializzata in discipline dello spettacolo: danza, canto, musica, recitazione. A intrecciarsi però non erano solo le storie di una varia umanità multietnica newyorchese di adolescenti tutti più o meno spiantati, dal ballerino afroamericano Leroy Johnson (Gene Anthony Ray, scomparso nel 2003) che veniva dal ghetto e mal sopportava le regole, all’attrice Doris  Schwartz (Valerie Landsburg), vulcanica e autoironica, dal comico Danny Amatullo (Carlo Imperato) al pianista Bruno Martelli (Lee Curreri), figlio di un tassista italoamericano, e poi nelle serie successive il ballerino latinoamericano Jesse Velasquez (Jesse Borrego) e la cantante Cleo (Janet Jackson, sorella di Michael).

La serie raccontava anche gli spaccati umani dei professori, dalla dura insegnante di lettere Elizabeth Sherwood (Carol Mayo Jenkins) al saggio professore di musica Shorofsky (Albert Hague), fino alla mitica maestra di danza Lydia Grant (Debbie Allen), che nella sigla sentenziava: “Voi fate sogni ambiziosi, successo, fama. Ma queste cose costano. Ed è esattamente qui che si comincia a pagare, col sudore”.

Saranno famosi è diventato una serie di culto e, nel tempo, anche una fotografia impagabile degli anni ’80 nella Grande Mela, ma soprattutto ha istituito un canone: quello del teen drama scolastico-musicale, poi evoluto in prodotti molto diversi, da Glee a Violetta, ma anche in un filone cinematografico prolifico, che va da Il ritmo del successo a Save the Last Dance, da New York Academy a Step Up. Ed ha anticipato gli elementi dei talent che dominano oggi in tv: il racconto emotivo di un gruppo eterogeneo di giovani che inseguono il successo, da seguire nel duro allenamento “tecnico” ma anche nelle interazioni fra di loro e nel percorso privato di ciascuno verso il successo, fra paure, incertezze, sogni, amori e famiglia. E senza tralasciare il coinvolgimento personale degli insegnanti e dei giudici. Il discorso motivazionale di Lydia Grant, bastone alla mano, continua però a non avere rivali.

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