Bardolino Film Festival, Milena Vukotic ricorda Trintignant: “Gli portai un libro autografato da Fellini”

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Al Bardolino Film Festival è stata la serata del premio alla carriera 2022 che quest’anno è stato assegnato a una delle dame del cinema italiano, Milena Vukotic, proseguendo quindi sulla forte connotazione al femminile dell’edizione di quest’anno.

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Molti la ricordano come la signora Pina Fantozzi dal terzo film in poi della saga, mentre il pubblico televisivo l’ha amata per quasi vent’anni nei panni di Nonna Enrica nella serie Un medico in famiglia. Ma Milena Vukotic, dopo essere entrata nel mondo dell’arte come ballerina classica, ha lavorato in teatro e al cinema con alcuni dei più grandi registi di sempre, a partire da Federico Fellini, come ha ricordato il direttore artistico Franco Dassisti all’inizio della sua conversazione davanti al pubblico del festival.

Vukotic ha lavorato con lui in Giulietta degli spiriti e l’episodio Toby Dammitt di Tre passi nel delirio. Ma il loro non era un semplice rapporto professionale.

«Posso dire che Federico e Giulietta erano degli amici, io andavo spesso a casa loro e viceversa. Con Giulietta, in particolare, ricordo ancora quando un giorno la andai a trovare in un suo giorno di riposo sul set di Ginger e Fred per vivere di nuovo la magia che Fellini riusciva a portare sul set».

Al Maestro è legato anche un ricordo su Jean-Louis Trintignant, il grande attore francese scomparso proprio ieri, 17 giugno, a 91 anni. Vukotic e Trintignant avevano lavorato insieme ne La terrazza, di Ettore Scola. «Ero andata a trovarlo a Parigi, gli avevo portato un regalo, un libro su Federico firmato da lui, lo apprezzò molto. Era una persona riservata, ma sapeva essere anche molto dolce e divertente, amava molto fare gli scherzi. Ricordo che mentre giravamo un film in Francia telefonò al direttore di produzione, che era sempre preoccupatissimo con Jean-Louis a causa della sua passione per le corse in automobile, dicendogli che aveva avuto un incidente e non poteva finire il film».

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Due film con Fellini, tre addirittura con Luis Bunuel, Il fascino discreto della borghesia, Quell’oscuro oggetto del desiderio e Il fantasma della libertà.

«Quando lavorai la prima volta con lui comprai un libro a lui dedicato e durante la lavorazione non ho mai osato chiedergli di firmarmelo. Un mese sul set, finisco la mia parte e il giorno dopo la fine delle riprese ho un sogno, che Don Luis mi aveva firmato con la frase “noi siamo tutti uomini liberi”. Allora il giorno dopo vado sul set e gli racconto il sogno e mi dice “io ho detto così? Dovevo essere completamente ubriaco».

Naturalmente impossibile non parlare della sua signora Pina.

«Quello con Paolo Villaggio è stato un incontro importante, mi ha portato a mettere una maschera che non avevo mai indossato. È stato bellissimo, ho conosciuto un grandissimo attore che mi ha spiegato sin dalla prima volta che dovevamo essere dei cartoni animati, senza velleità di bellezza, imparando a ridere di se stessi, osservando bene l’animo delle persone».

C’è anche spazio per una punta polemica nei confronti della Rai, a proposito di Un medico in famiglia. «Con Lino Banfi abbiamo cercato tanto di farla ripartire, ma la Rai non ha voluto. Un peccato, perché siamo sicuri che sarebbe ancora un successo».

Intanto c’è grande attesa a Bardolino per l’arrivo di Pierfrancesco Favino, ospite della quarta giornata del festival, che accompagna Nostalgia di Mario Martone.