Si è tenuta questa mattina a Venezia 81 la masterclass di Richard Gere dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera ed ha svelato i suoi progetti futuri. L’attore ha ricordato inizialmente uno dei suoi primi progetti: I giorni del cielo di Terrence Malick:
«Sono sempre stato una persona molto timida e mi piaceva lavorare a teatro. Questo è stato uno dei miei primi film, è una vera emozione rivederlo oggi. Avevo 26/27 anni all’epoca ed ero poco più grande di mio figlio Homer che è ora in sala. Eravamo tutti orgogliosi di lavorarci anche perchè Malick voleva usare soprattutto luce naturale. Mi ricordo che abbiamo girato molto all’alba e al crepuscolo. Sono un dinosauro: ho iniziato con la pellicola e ormai siamo al digitale»
Non poteva mancare un ricordo di Pretty Woman, film cult degli anni 90 con Julia Roberts:
«Iniziammo con la consapevolezza di girare un film molto piccolo, pensavamo che nessuno l’avrebbe visto e invece ha avuto molto successo. C’era molta chimica tra me e Julia Roberts e ricordo che improvvisammo la scena del pianoforte all’interno dell’albergo: quando Edward suona attirando le attenzioni di Vivian. Stavo interpretando un personaggio che non era stato ben delineato, aveva solo un bel vestito e un bel taglio di capelli. Il regista mi chiese cosa si fa in albergo la sera tardi: risposi che soffrivo di jet lag e quasi sempre rimanevo sveglio tutta la notte andando in un bar a cercare un pianoforte da suonare. Per ragione suonai qualcosa di malinconico che mostrasse la vita interiore del mio personaggio e alla fine questa sequenza è diventata parte integrante del film»
Sul palco è salito anche lo storico doppiatore dell’attore, Mario Cordova:
«Conosco ogni centimetro della sua pelle. – ha dichiarato il doppiatore – il suo modo di guardarsi, certe chiusure degli occhi che fa solo lui e che sono straordinarie. Ogni volta è come entrare nel suo corpo e nella sua voce, prendere la faccia dell’attore e mettersela addosso»
Richard Gere ha risposto:
««Vorrei ringraziarti, sono molto amato dai miei fratelli e sorelle italiane e parte di questo amore lo devo al fatto che amano la tua voce»