“Gli affetti sono l’unica cosa che ci lega veramente al mondo, tutto il resto sono cose secondarie”, così Daniele Vicari (Diaz, 2012), regista e sceneggiatore di Orlando, presentato Fuori Concorso al Torino Film Festival 40 e in sala dal 1° dicembre con Europictures, spiega il cuore del film che vede protagonista Michele Placido nei panni di un nonno, sospeso tra una società rurale e un mondo multiculturale, al fianco della giovanissima Angelica Kazankova.
Girata tra Bruxelles e l’Italia, quella di Orlando e Lyse (Kazankova) è una favola moderna, in cui un anziano e una bambina, separati dall’incomunicabilità di due mondi distanti nel tempo e nello spazio, si incontrano e devono scegliere quale futuro dare all’unico legame affettivo vero e profondo che gli sia rimasto.
Sinossi
Orlando vive solo in un paese di montagna del centro Italia e non ha mai voluto emigrare, come invece hanno fatto in tanti, come ha fatto suo figlio partito 20 anni prima per Bruxelles. Una telefonata dal Belgio, però, lo avverte che il figlio ha bisogno d’aiuto e Orlando è costretto per la prima volta nella sua vita a partire. Quando arriva scopre di avere una nipote di 12 anni, Lyse. Orlando e Lyse, come il passato e il futuro, sono quanto di più lontano si possa immaginare, ma scopriranno inaspettatamente di avere bisogno l’uno dell’altra. Nonostante siano distanti come possono esserlo la vita rurale in un piccolo borgo dell’entroterra e quella metropolitana di una grande città europea, cercano di farcela, di cavarsela.
Orlando segue una storia semplice, quella di un legame di sangue che diventa il senso profondo di un’esistenza, ma che si sviluppa con intensità di emozioni e varietà di temi. Nonno e nipote si incontrano dopo essere rimasti soli al mondo e, prima ancora di capire cosa fare, prima di scegliere ciò che sembrerebbe logico, devono imparare a comprendersi e conoscersi.
Daniele Vicari, Michele Placido e Angelica Kazankova al Torino Film Festival hanno condiviso con CIAK i temi e le emozioni del film.
