Tokyo 2024, i film del focus sui progetti italiani

Paz Vega e Valeria Golino, il Pompei di Gaudino e gli altri aggiornamenti

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Paz Vega Death-has-no-master

Se ne parlava prima della pandemia, e poi nel 2021, quando qualcosa sembrava essersi sbloccato con il finanziamento dall’Apulia Film Fund nella produzione di Pompei Antica Domina di via dell’Abbondanza di Giuseppe Gaudino, titolo più atteso tra quelli selezionati dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero dei Beni Culturali e Cinecittà per essere inclusi tra gli Italian Projects del 5° Tokyo Gap-Financing Market (TGFM) del TIFFCOM, sezione dedicata al Mercato dal Tokyo Film Festival 2024. Un progetto del quale trovate i dettagli nelle pagine successive, e che insieme a Lo stato delle anime di Peter Marcias – presentati rispettivamente dalla Minerva Pictures e la Movimento Film – sono forse i due titoli dei quali si è letto di più.

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Con loro, al festival orientale, Death has no Master di Jorge Thielen Armand (per la Volos Films Italia) e l’Aida e il segreto della montagna di Lorenzo Latrofa (La Sarraz Pictures), oltre al Children of the River di Antropica, del quale abbiamo parlato con la stessa regista giapponese Lisa Takeba e con il co-producer Parsifal Reparato di Antropica, che conferma di essere in una “fase di sviluppo avanzata”. “L’idea nasce da due bellissime gemelle del mio quartiere che conoscevo quando ero bambina, alle medie o alle elementari, due sorelle diverse, che mi pareva fossero gelose l’una dell’altra – racconta la regista. – Ma tutte le persone cercano di essere qualcuno di diverso, nessuno è mai soddisfatto di sé stesso, e questo è il tema, il punto di partenza della mia sceneggiatura. Una simmetria che trova riscontro nel ponte che ho scelto per il film, nella provincia meridionale del Giappone della prefettura di Kochi, e che richiama il mito greco di Narciso, che potrebbe suscitare l’apprezzamento del mercato europeo“.

Abbiamo costruito un percorso che ha portato a bordo ottimi produttori, come Fourier Film, che è il principale producer con l’80% del budget (di 550.000 dollari ndr), e Shozo Ichiyama, che ha favorito l’arrivo di Nagoya TV, come anche Lisa stessa, che al suo quinto film ed è molto ben collegata con la realtà giapponeseaggiunge Reparato. – Noi siamo co-produttori minoritari al 20%, ma forse arriveremo al 30%, i pesci piccoli di un asset produttivo molto confortevole, anche la DG Cinema-Cinecittà attraverso il team di Roberto Stabile ci stanno supportando con un gran lavoro di squadra. Siamo in un campo nuovo, siamo dei pionieri, in quanto tra i primi progetti a sfruttare l’accordo di coproduzione Italia-Giappone firmato nell’agosto scorso, e ci stiamo confrontando con le burocrazie di entrambi i Paesi“.

Il film punta alla sala, sempre per ammissione del producer di Antropica, un film indipendente che spera di poter essere al Festival di Cannes o a Venezia (“o comunque un festival di fascia alta”), anche per seguire l’esempio di Alice Rohrwacher, della quale la Takeba è grande fan: “Adoro i suoi mondi fiabeschi, spesso ambientati negli splendidi paesaggi italiani, che mettono in relazione la natura e gli esseri umani – dice la regista. – Il nostro film si svolge sull’isola di Shikoku, un’area ricca di natura nella provincia di Southam e un famoso luogo di pellegrinaggio sacro per il buddismo giapponese, presente nei romanzi di Haruki MurakamiHo piena fiducia che i montatori italiani e il tono del sound design, collaborando con i paesaggi del mio Paese, daranno profondità alla sensibilità della storia nella quale ho voluto mostrare come tutti noi viviamo circondati dalle forze invisibili della natura“.

Children-of-the-River

Children of the River, trama

Ryoka, studentessa in un istituto d’arte di Kochi, si sente inferiore alla sorella gemella Kaya, dalla quale si separa dopo aver incontrato Gaku mentre era nel suo rifugio segreto, al fiume Niyodo, ed essersi innamorata di lui. Proprio quando stava per raccontare la novità alla sorella, Kaya rimane coinvolta in un incidente d’auto e muore, precipitando Ryoka in una profonda malinconia. Pochi giorni dopo, mentre i due sono a casa di Kaya per sistemare le sue cose, arriva una lettera destinata a lei da parte di uno studente del liceo, Eito, che si dichiara innamorato dalla ragazza scomparsa. Dubbiosa se dirgli dell’accaduto, Ryoka va  a trovare il giovane fingendosi Kaya e finisce per promettergli di accompagnarlo in una vacanza, durante la quale inizia però a nascere un legame.

 

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