A VOLTE RITORNANO: JULIETTE LEWIS

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Negli anni Novanta era la nuova diva ribelle di Hollywood, la grande promessa di domani, la bad girl che alternava fidanzati celebri – da Brad Pitt a Johnny Depp – a grandi autori come Martin Scorsese, Woody Allen, Oliver Stone e Kathryn Bigelow, in grado di azzeccare molto spesso anche i film giusti, vedi Cape Fear, Assassini Nati, Buon compleanno Mr. Grape e un cult come Strange Days.

Poi però, per un lungo momento, Juliette Lewis è sembrata completamente persa, irrecuperabile, con una lunga serie di flop e scelte sbagliate in archivio, fuori e dentro dal rehab a causa delle sue (molte) dipendenze e lontana anni luce da quell’istante di gloria che, nel 1992, le aveva fatto sfiorare l’Oscar come miglior attrice non protagonista proprio per Cape Fear di Scorsese e quel dito infilato in bocca da De Niro. Poi, a salvarla, è arrivata la musica, regalandole una vera e propria seconda vita artistica che l’ha fatta risorgere.

«Perché il rock è diventato un veicolo attraverso cui scaricare tutte le mie emozioni, anche e soprattutto quelle negative», ha ammesso l’attrice americana, in arrivo a Milano il 6 giugno sul palco del Magnolia per l’unica data italiana con la sua band, i Licks. «Prima avevo timore di mostrarmi al pubblico, preferivo il set dei film, dove mi sentivo riparata e al sicuro, non c’era alcun contatto con la gente. Oggi invece suonare dal vivo mi da una carica incredibile. Non potrei davvero fare a meno di salire su un palco e urlare dentro un microfono». E per questo la Lewis – arrivata oggi alla soglia dei quarantatré anni – dopo essere tornata a nuova gloria con due serie televisive come Wayward Pines e Secrets and Lies e un ottimo film indie come Kelly & Cal (in cui appare con i capelli turchini, titolo assolutamente da recuperare, sintesi della sua vita degli ultimi anni, vedi nella foto) ha rimesso in piedi la sua vecchia band, i Licks, che aveva sciolto nel 2010.

«Avevamo una chimica pazzesca e un’energia furiosa sul palco», ha spiegato l’attrice il motivo del ritorno dei suoi Licks, «e non aveva senso non suonassimo più insieme. Siamo nati per farlo. Così un giorno ci siamo ritrovati in studio, abbiamo chiarito i nostri problemi e siamo ripartiti più carichi di prima». In effetti, a differenza di molti attori prestati (inutilmente) alla musica (da Russell Crowe a Kevin Costner), la Lewis sia dal vivo che nei quattro dischi pubblicati in studio è sempre stata molto convincente, basti ricordare quello che a oggi rimane il suo capolavoro, Terra Incognita, potente mistura a metà strada tra Blondie, le prime Hole di Live Through This e qualcosa di Patti Smith. Ma il concerto italiano, oltre a pezzi vecchi e a cover preziose come Proud Mary dei Creedence Clearwater Revival e addirittura Dirty Deeds Done Dirt Cheap degli AC/DC, dovrebbe essere anche un gustoso antipasto del nuovo disco di Juliette, previsto per l’autunno. Insomma, la rinascita della bad girl di Hollywood passa di qui.