Donald Sutherland: tutti i registi italiani con cui ha lavorato prima di Virzì

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74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia - 74th Venice Film Festival - Venezia - Venice - © 2017 Piermarco Menini, all rights reserved, no reproduction without prior permission, www.piermarcomenini.com, [email protected]

Alla Mostra è stato uno dei più applauditi – insieme ad Helen Mirren – nel nuovo e atteso film di Paolo Virzì, The Leisure Seeker: ma per Donald Sutherland non si tratta della prima collaborazione con un autore italiano. Anzi, è da sempre uno degli attori stranieri preferiti dai nostri registi. Parliamo di grandi autori, che l’hanno scelto, nel tempo, per la sua versatilità, per il suo sguardo mutevole, intenso, che riesce ad essere al tempo stesso sornione, tragico, malinconico; per la sua capacità di attraversare le epoche, di incarnare personaggi travagliati e/o umanissimi, perfidi o dolcissimi (come il padre in  Gente comune, diretto da Robert Redford, altro protagonista del Festival di quest’anno).

Donald Sutherland in “Casanova” di Fellini

Da Novecento di Bertolucci (film che sarà presentato, in versione restaurata, proprio durante la Mostra di Venezia), al Casanova di Fellini, il 1976 è stato un anno indubbiamente importante per la carriera dell’attore canadese (reduce, comunque, da tanti successi come Una squillo per l’ispettore Klute o Il giorno della locusta), con interpretazioni rimaste nella storia del cinema. Fellini, in particolare, scelse Sutherland per una versione – naturalmente – differente della storia di Casanova, creandone un’immagine dai tratti incerti, distaccata. Si arriva poi al nuovo millennio: nel 2003, l’attore è protagonista di Piazza delle cinque lune di Renzo Martinelli, nel ruolo di un magistrato, mentre un decennio dopo veste i panni di un personaggio in cui verità e apparenza si confondono, un personaggio cardine della storia de La migliore offerta, di Giuseppe Tornatore. Un’interpretazione ancora una volta magistrale, che lascia il segno anche in poche scene, come sempre accade con Sutherland, in qualunque ruolo o genere cinematografico si cimenti. Tanto più se a dirigerlo sono autori, come quelli italiani citati, che ne hanno saputo esaltare il talento e il magnetismo dello sguardo.

Ma questo amore, ricambiato, tra il cinema italiano e Donald Sutherland in realtà nasce già negli anni sessanta e segna l’esordio nel lungometraggio dell’attore: infatti, le biografie ricordano che Sutherland ha girato il suo primo film proprio con due registi italiani. Parliamo di Luciano Ricci e Lorenzo Sabatini (nei credits citati come Herbert Wise e Warren Kiefer), che lo diressero, nel 1964, nel film horror Il castello dei morti vivi: e, fin da questo esordio, mostra la sua poliedricità, rivestendo ben tre ruoli, tra cui anche quello di una vecchia strega!

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