KSENIA RAPPOPORT NELLA “FORESTA DI GHIACCIO”

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«Roma è stata la mia prima prima: il primo red carpet, il primo vestito. Un’esperienza bellissima, anche se io preferisco recitare che sfilare in passerella », dice Ksenia Rappoport, l’attrice russa giunta al Festival di Roma per presentare La foresta di ghiacco, il secondo lungometraggio di Claudio Noce. «Sono partito dalla storia, dai personaggi, poi la mia voglia di fuggire dal contesto urbano mi ha spinto verso il palcoscenico ideale della mia vicenda: il ghiaccio » racconta Noce, autore di Good Morning Aman, film selezionato nel 2009 alla 24° Settimana Internazionale della Critica di Venezia e con il quale il regista ha vinto il FICE come “miglior autore esordiente”.

La foresta di ghiaccio racconta la storia di Pietro, un giovane tecnico specializzato che viene inviato tra le montagne innevate del Trentino per riparare un guasto a una centrale elettrica. In totale contrasto con il paesaggio e con il candore della neve in cui sono “immersi” gli abitanti del luogo appaiono scuri in volto e ruvidi nell’animo, come induriti, dal freddo o forse da un mistero che proprio la foresta di ghiaccio nasconde. «Volevo fare un film che raggiungesse un pubblico più vasto e l’idea di girare un film di genere, un thriller-noir, mi è sembrata la scelta giusta », ha detto il regista.

Nel cast «bellissimo, ma un po’ strano » ammette Noce, spiaccano i nomi di Ksenia Rappoport, Andrea Giannini ed Emir Kusturica. «All’inizio il personaggio di Secondo non aveva un volto preciso, poi, rileggendo il copione ho avuto la folgorazione: è Kusturica. Quando ho incontrato Emir e gli ho raccontato di che cosa parlava il film mi ha detto: “Questa è la mia storia: lo faccio” ». La partecipazione di Giannini al progetto, invece, è nata in maniera del tutto diversa, come rivela l’attore romano: «Stavamo lavorando con Claudio e lui mi parlava spesso di questo film e del personaggio di Lorenzo, poi un giorno mi ha fatto leggere il copione. All’inizio io avevo molte perplessità, non pensavo di poter rendere credibile il mio personaggio, ma Claudio ha avuto un folle coraggio nella mia capacità di interpretare un cowboy malinconico-romantico che vive in sella a un quad. Il suo crederci mi ha dato la spinta necessaria a fare questa parte ».

Ancora diverso è stato il rapporto di Ksenia Rappoport con il regista e con il suo personaggio, Lana: «Durante il periodo di preparazione, quando leggevamo tutti insieme il copione abbiamo anche litigato con Claudio. Io volevo sapere tutto di Lana: da dove veniva, dove era nata, qual era la sua famiglia, cosa provava. Ne abbiamo parlato sette-otte ore con Claudio e alla fine ho capito che di tutte queste mie domande alla Stanislavskij nessuna avrebbe ricevuto una risposta. E forse è stato meglio così perché quando ho indossato il cappellino con la visiera e gli stivali numero 46 di Lana ho capito chi era, anche se ho continuato a non sapere da dove venisse ».

Flaminia Chizzola