LATIN LOVER: LA RECENSIONE

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Italia, 2015 Regia Cristina Comencini Interpreti Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Virna Lisi, Marisa Paredes, Francesco Scianna, Neri Marcoré, Jordi Mollà Sceneggiatura Cristina Comencini, Giulia Calenda Produzione Lionello Cerri Distribuzione 01 Durata 1h e 44′

In sala dal 

19 marzo

A dieci anni dalla scomparsa di un celebre e carismatico attore sciupafemmine, Saverio Crispo (Francesco Scianna), due delle donne della sua vita, l’italiana Rita (Virna Lisi, qui nella sua ultima interpretazione) e la spagnola Ramona (Marisa Paredes), e cinque figlie avute da madri diverse si riuniscono in una villa di campagna in Puglia, a San Vito dei Normanni, per celebrarlo. Se la figlia italiana, Susanna (Angela Finocchiaro), è la custode della memoria famigliare, quella francese, Stéphanie (Valeria Bruni Tedeschi), sembra volubile come il padre, la spagnola, Secunda (Candela Peña), ha sposato Alfonso, un altro dongiovanni (Jordi Mollà), quella scandinava, Solveig (Pihla Viitala), la più giovane, fa l’attrice e quella americana, la misteriosa Shelley (Nadeah Miranda), non ha mai incontrato il padre. Ognuna ha conosciuto, amato e mitizzato il genitore-divo in un momento diverso della sua carriera.

Dopo festeggiamenti natalizi e prime comunioni, Cristina Comencini (autrice della sceneggiatura insieme alla figlia, Giulia Calenda), riunisce nuovamente parenti serpenti per osservare con affettuosa ironia passioni e tensioni familiari pronte a riesplodere quando la convivenza forzata di un eccentrico ed eterogeneo gineceo riaccende la miccia. Ed ecco allora le rivendicazione della prima moglie italiana («le migliori del mondo a riprendersi in casa i mariti morenti »), le gelosie della seconda moglie spagnola scippata da una giovane americana, ma non solo da lei, le insicurezze di Stéphanie, “figlia della parentesi francese”, le crisi affettive di Secunda, la spregiudicatezza di Solveig, i dubbi di Susanna. Il tutto tra risate, lacrime, rievocazioni ufficiali, ricordi privati, nuove rivelazioni, mariti fedifraghi, fidanzati segreti, incesti sfiorati, bugie e piccoli, esilaranti psicodrammi domestici. La forza del film non sta solo nel riproporre uno dei generi di commedia dove la Comencini si muove con più disinvoltura, quello che gli americani chiamano home coming (i membri di una famiglia si riuniscono per qualche speciale occasione e si ricordano perché è così tanto tempo che non si vedono), ma anche nel rendere omaggio a un’indimenticabile stagione del cinema italiano (Saverio è la summa mostri sacri del calibro di Mastroianni e Gassmann, Valentino e Volonté, De Sica e Belmondo, Tognazzi e l’Eastwood dei western all’italiana) e ad altri paesi dove la settima arte ha avuto un ruolo importante. Questo manipolo di donne “dolcemente complicate”, a volte spietate come tante Eva contro Eva compirà nell’arco di tre giorni un percorso di affrancamento da figure maschili troppo idealizzate, padri, mariti, amici e maestri decisamente ingombranti. Non resta dunque che rimuovere rimpianti fantasmi del passato e smitizzare adorabili mascalzoni per andare avanti con la propria vita, ricostruendo una nuova identità femminile.

Alessandra De Luca