“NON C’È PIÙ RELIGIONE”: LA RECENSIONE

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Italia, 2016 Regia Luca Miniero Interpreti Claudio Bisio, Alessandro Gassmann, Angela Finocchiaro, Nabiha Akkari, Giovanni Cacioppo Distribuzione 01 Durata 1h e 30′

due stelle

In sala dal 7 dicembre 2016

IL FATTO – A Portobuio, isoletta nel cuore del Mediterraneo sorge un problema. Famosa per il suo Presepio che attira fedeli e turisti, si ritrova ora con un Gesù Bambino ormai un po’ troppo cresciutello. Che fare, quando in paese sono anni che non nasce più un bambino? Il sindaco Cecco ha un’idea, rivolgersi alla comunità tunisina che convive nell’isola e che invece abbonda di pargoli e donne incinte. Ma come calmare i compaesani che “non vogliono un kebabbaro”? E soprattutto come convincere il capo dei musulmani Mario Scognamiglio (ora si fa chiamare Bilal), suo ex amico di infanzia con molti sassolini nelle scarpe, passato per amore all’Islam e diventato loro guida spirituale e politica?

L’OPINIONE – “Sono qui per unire le due comunità” afferma il sindaco (Claudio Bisio) che è tornato dal nord con intenzioni lodevoli (ma anche interessate). Con la nobile scusa della commedia di buoni sentimenti, il film di Luca Miniero (su aiuto alla sceneggiatura di Sandro Petraglia e Astutillo Smeriglia) punta proprio a questo, addolcendo sul buffo contrasti e conflitti etnico-religiosi per finire musicando e moraleggiando su l’eguaglianza tra diversi e l’amicizia ritrovata. Sarebbe davvero bellissimo se fosse tutto così, con le buone intenzioni che stravincono per cappotto sui pregiudizi (qui anche i tipi più intolleranti – da entrambe le parti – si tranquillizzano e simpatizzano con poco).

Le situazioni si avviluppano nell’assurdità (c’è spazio anche per un presepio Buddista, gli ebrei e un misterioso dio africano), cercando di piazzare gag e battute. Le suore (Angela Finocchiaro) gestiscono pizzerie, citano l’Apocalisse e sono ancora suscettibili su lontani affari di cuore. I convertiti (Alessandro Gassmann), anche se capi, sono vittime del carattere fumantino delle mogli (una splendida Nabiha Akkari) e di madri che si ostinano a inviare pacchi con prosciutti e cotechini. C’è persino un vescovo in visita apparentemente svagato e rassegnato ma indubbiamente dotato di sense of humour (Roberto Herlitzka).

Come si può intuire, una commedia che ha il tono di una favola contemporanea, con la scena videoclip che ogni tot implacabilmente incombe. La debolezza di struttura la mortifica un po’ e occorre tutta la simpatia che si può provare per le intenzioni e gli interpreti (però si fa fatica a passar sopra alla stravagante commistione di intonazioni lombarde, romanesche, pugliesi, campane, siciliane che si parla in quel di Portobuio). Splendide le location (Isole Tremiti, Manfredonia, Monte Sant’Angelo) in cui può esaltarsi la fotografia di Daniele Ciprì.

Massimo Lastrucci

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