LO SCIACALLO

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Nightcrawler Usa, 2014 Regia Dan Gilroy Interpreti Jake Gyllenhaal, Bill Paxton, Rene Russo Sceneggiatura Dan Gilroy Produzione Jennifer Fox, Tony Gilroy, Jake Gyllenhaal, David Lancaster, Michel Litvak Distribuzione Notorious Durata 1h e 57′ www.tinyurl.com/oybxuny

In sala dal

13 novembre

Ladruncolo dalla parlantina sciolta, Lou ha ambizione da riporre in un progetto di vita. E quando si imbatte in una troupe scatenata a filmare un incidente ha l’illuminazione: la sua via sarà quella di filmare e vendere immagini cruente e shockanti, roba forte per i telenotiziari, con tanti saluti a privacy ed etica. La faccia tosta non gli manca, e dopo un “colpo fortunato” comincia la sua carriera di “sciacallo” della notte. Senza remore e disposto a tutto, pur di filmare e vendere a una tv compiacente. Anche a costo di andare aldilà della legge.

La dannazione del precariato, la perdita dello scrupolo morale sotto i colpi della necessità: ci possono essere due temi più brucianti di questi? Jake Gyllenhaal, smagrito e con una affinata faccia lupesca si immerge totalmente nel ritratto di un futuro boss della telecomunicazione (ma sì!), un individuo spregevole ma con tanta determinazione ed energia da vendere. La notte metropolitana fa da splendido teatro (per fotografia e suggestione) a un dramma/ thriller perlomeno inconsueto; doppio merito dunque all’autore Dan Gilroy, marito della coprotagonista René Russo (la giornalista cinica come da cliché), un veterano della sceneggiatura (Freejack, The Bourne Legacy) che qui debutta dietro la cinepresa con lucida accusa al mondo, anche suo, della comunicazione. Le tare ci sono ed evidenti: il messaggio schiaccia l’attenzione alla verosimiglianza (probabilmente nella vita reale, non solo negli Usa, uno così, con il suo comportamento, finirebbe comunque subito o poco dopo in carcere) e l’inseguimento in auto sa un tantino troppo di concessione all’adrenalina dell’action. Ma sotto la convenzione c’è vita, c’è inventiva narrativa (il conformismo è il grande handicap dell’Hollywood contemporanea) e l’encomiabile voglia di indignarsi.

Massimo Lastrucci