NICOLAS CAGE, L’EROE IMPERFETTO

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Nicolas Cage torna al cinema dal 16 ottobre con Joe: ritratto di un attore che spesso divide ma, con il cuore in una mano e la pistola nell’altra, ha costruito una carriera nel segno della libertà

primo-paragrafoHa avuto la forza di cambiare nel corso della sua vita e della sua pullulante carriera d’attore, una capacità rara per chi come lui ha fatto di Hollywood uno stato mentale interpretando oltre sessanta film e vincendo, giovanissimo, l’Academy Awards come migliore attore protagonista. Nicolas Cage, quasi un simbolo delle pellicole d’azione anni ’90, ha una biografia che sembra anch’essa un film, con un protagonista stufo dello zio scomodo e ingombrante, intento a scrivere da solo la sua storia nel firmamento immortale del cinema, prendendo in prestito il cognome da un personaggio dei fumetti e cancellando la pesantissima H dal nome. Infatti, Cage, ha origini italiane: i suoi bisnonni erano di Bernalda, uno sperduto paese della Lucania ed è il nipote del regista Francis Ford Coppola. Una parentela con il Padrino che sembra quasi una Spada di Damocle:  Nicholas Kim Coppola decide quindi di diventare semplicemente Nicolas Cage.

cuore-selvaggioCage proprio lo scorso gennaio ha compiuto mezzo secolo e sta per tornare sugli schermi con Joe di David Gordon Green, dove interpreta un antieroe altruista, malinconico e viscerale, intento ad aiutare un ragazzo con un padre violento e una madre con il vizio dell’alcool. Cage continua a maturare un talento sfaccettato fin dai primissimi ruoli stralunati e vagamente schizzati in Rusty il Selvaggio, Cotton Club e nel brillante quanto nostalgico Peggy Sue si è sposata. Tutte e tre opere dirette dal celebre zio, che lo svezza e lo lancia nelle braccia dei Fratelli Coen in Arizona Junior alla fine degli anni ’80. L’inizio carriera di Cage è folgorante: lavora anche con Matthew Modine in Birdy – Le Ali della Libertà, pellicola capolavoro che ha ricevuto il Grand Prix della Giuria a Cannes nel 1985. Ma per Nicolas Cage il primo, vero ruolo memorabile arriva con Cuore Selvaggio di David Lynch: l’andatura svagata e quell’immortale giacca di pelle di serpente simbolo di libertà personale fanno del nipote di Coppola l’eroe imperfetto e testardo che continuerà a spopolare a Hollywood anche nei film spettacolari ed eccessivi di cui Cage diventa l’icona.

Via-da-las-vegasPrima dei cazzotti e delle pallottole, però, alza il Premio Oscar per Via da Las Vegas, dove si cala nei panni di un alcolizzato sulla strada delle distruzione: un’interpretazione magistrale che fa da contraltare a qualche scelta giudicata troppo pop come il duetto con Sean Connery in The Rock, l’indimenticabile Cameron Poe in canotta e capelli lunghi di Con Air e Face/Off diretto da John Woo.

ghost-riderDagli anni 2000 arrivano le opere più intime e romantiche come The Family Man, Il Ladro di Orchidee di Spike Jonze, Il Genio della Truffa di Ridley Scott e il depresso uomo delle previsioni di The Weather Man.Film, questi, alternati a titoli come Il Prescelto, Drive Angry o Ghost Rider: scelte meno azzeccate ma pur sempre oneste, prese con l’occhio e il cuore di un professionista capace di rialzarsi dopo ogni caduta e indossare una carriera libera con coraggio e fierezza, proprio come fece venticinque anni fa con quella leggendaria giacca di serpente.

Damiano Panattoni