Riccardo Scamarcio: «Nel cast di ‘John Wick’ grazie a un ‘self tape’ nei miei uliveti»

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14th Festival of the Comedy of Monte Carlo Monte Carlo on the 4th march 2017 - Theatre des Varietes Master Class about Comedy In the photo: Ezio Greggio, Riccardo Scamarcio Photo by Marco Piovanotto

Lo vedremo nelle sale dal 16 marzo in John Wick 2 con Keanu Reeves. Nel frattempo Riccardo Scamarcio è al Festival della Commedia di Montecarlo diretto da Ezio Greggio per ritirare un premio speciale e incontrare il pubblico. “Lavorare all’estero è come ricominciare da capo. Le mie esperienze all’estero sono frutto della volontà di confrontarmi con persone che non mi conoscono e che non hanno pregiudizi. E l’ostacolo della lingua diventa interessante, mi costringe a essere più concentrato. Il ruolo in John Wick l’ho ottenuto con un self tape realizzato mentre raccoglievo le olive in campagna. Quando lavori in un film da 50 milioni di dollari sei uno dei tanti, impari a essere umile. Io non sono certo una persona modesta, anzi, sono piuttosto arrogante, ma non sul lavoro. Vivo queste esperienze come una scuola, mi spoglio di ogni sovrastruttura e di tutto ciò che rappresento in Italia. Quando ho girato la prima scena, di notte, non ero neppure riuscito a cenare, ero furioso, nessuno si preoccupava di portarmi qualcosa da mangiare, ma tutta quella rabbia sono riuscita a incanalarla sul set. Questo è un lavoro che si basa sull’energia, sul senso del rischio e della sfida”.

“Se vuoi fare cinema di qualità lo spazio in Italia è sempre più limitato, bisogna conquistarsi spazi altrove. Mi piacerebbe contribuire a ridare lustro alla nostra tradizione cinematografica, da quando faccio anche il produttore ho una visione più ampia del sistema, ma l’Italia non considera il cinema come opportunità per l’economia del paese”.

A chi vuole fare l’attore Scamarcio consiglia di prendere Carmelo Bene come padre spirituale, mentre come produttore si dichiara orgoglioso di ciò che ha finora realizzato. “Il prossimo film però sarà una commedia. Voglio fare questa esperienza che nasce da un’idea che amo molto e che parte dall’analisi del malcostume della nostra società”. E aggiunge: “Penso che bisognerebbe riaprire il dialogo con produttori e ministero, stilare un piano industriale di finanziamento vero del sistema cinema. Bisognerebbe riaprire sale cinematografiche dismesse nei centri urbani, con al massimo quattro schermi, un bar e una libreria, dedicare il 50% della programmazione ai film italiani, riportare i cinema nelle piazze italiane e rilanciare il Festival di Venezia”.

Alessandra De Luca

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