ROMAFICTIONFEST: “WOLF HALL”, ALLA CORTE DI ENRICO VIII TRA INTRIGHI E RIFORME

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Nella sezione Period Drama del RomaFictionFest fa il suo debutto Wolf Hall, miniserie britannica in sei puntate prodotta dalla BBC, con la quale Peter Kosminsky ci porta nell’Inghilterra di Enrico VIII vista con gli occhi del suo consigliere, Thomas Cromwell

Wolf HallLa storia del re d’Inghilterra Enrico VIII, delle sue sei moglie e dello Scisma dalla Chiesa Cattolica che diede vita a quella Anglicana, ha riempito non solo pagine e pagine di libri di storia ma anche gli schermi cinematografici e televisivi che hanno trovato nelle vicende private e pubbliche del sovrano inglese terreno narrativamente fertile per sceneggiature di ogni possibile sfumatura stilistica. Tra le ultime produzioni in ordine cronologico ricordiamo L’altra donna del re, pellicola del 2008 diretta da Justin Chadwick con un cast stellare che annoverava Scarlet Johansson, Eric Bana e Natalie Portman, e la serie tv I Tudors, versione pop and hot dedicata alla dinastia del sovrano del ‘500. E, a riprova di come l’interesse e le chiavi di lettura di una personalità ed un periodo storico così sfaccettati non sembrino cessare di suscitare attenzione, ecco che con Wolf Hall ritorniamo alla corte, in pieno subbuglio, di Enrico VIII.

Wolf HallLa mini-serie composta da sei episodi e prodotta dalla BBC, basata sui due romanzi best seller di Hilary Mantel (Wolf Hall e Bring Up The Bodies), forte di otto candidature agli Emmy Awards, sbarca al RomaFictionFest inaugurando la sezione Period Drama. La prima particolarità che salta subito agli occhi alla visione del pilot è il punto di vista con il quale lo sceneggiatore Peter Straughan (Frank, L’uomo che fissava le capre) caratterizza il taglio dell’episodio. Ci troviamo nell’Inghilterra del 1529, ad un passo dalla rottura definitiva del sovrano con Roma, ma la storia non ci viene raccontata attraverso lo sguardo del re (Damien Lewis) deciso a sposare Anna Bolena (Claire Foy) e ripudiare Caterina d’Aragona (Joanne Whalley), rea di non avergli dato il tanto atteso erede maschio, o del Lord Cancelliere e avvocato di sua Maestà, Thomas Wosley (Jonathan Pryce), incapace di ottenere dalla Chiesa l’annullamento del matrimonio con la regina spagnola, bensì attraverso quello dell’enigmatico Thomas Cromwell (Mark Rylance), avvocato di Wosley che di lì a poco diventerà consigliere del re.

Wolf HallA differenza della maggior parte delle serie in costume, Wolf Hall, non cerca di adattare o modificare la trama a favore di una maggiore semplificazione narrativa. La mini-serie, infatti, pretende un’attenzione ed una conoscenza storica non certo superficiali per poter seguire le varie tappe narrative ed i salti temporali che giocano tra presente e passato. Quello che risulta chiaro, una volta concluso il primo episodio, è la volontà di realizzare un prodotto “serio”, contraddistinto da un’attenzione alla forma declinata in una fotografia il più possibile aderente alle luci dell’epoca, con l’uso di candele per le scene notturne e luci naturali per le diurne, fino all’utilizzo di musiche strumentali realizzate con i caratteristici strumenti a corda per ricreare l’atmosfera di una corte cinquecentesca. Un prodotto impeccabile per scrittura e messa in scena che forse rischia di rimanere di nicchia proprio per quelli che sono i suoi punti di forza. Un’ arma a doppio taglio.

Manuela Santacatterina