SILVIO MUCCINO RACCONTA LE SUE “LE LEGGI DEL DESIDERIO”

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Capelli lunghi, un’aria scanzonata e i suoi grandi occhi blu: Silvio Muccino presenta nella splendida cornice di Terrazza Martini a Milano il suo nuovo film Le leggi del desiderio (al cinema dal 26 febbraio, distribuito da Medusa). Dopo una pausa durata quattro anni ritorna dietro la macchina da presa con una pellicola sul desiderio, vero motore del mondo, ma soprattutto sull’amore: «Volevo aspettare la storia gusta, l’occasione giusta », dice durante la conferenza stampa. E l’occasione giusta è arrivata: in un mondo dove tutti sembrano voler essere vincenti e avere successo si inserisce perfettamente la sceneggiatura di Carla Vangelista – che ha già collaborato con Muccino in Un altro mondo (2010) e con cui ha scritto il romanzo Revolution n.9 . In Le leggi del desiderio l’attore-regista interpreta Giovanni Canton, funambolico life coach che tenta di cambiare la vita di tre persone.

Il filo rosso che guida il film è un profondo senso di ottimismo: «Il cambiamento credo sia il motore di tutti noi », dice Muccino, un mutamento interiore, un viaggio tra le proprie paure e le proprie insicurezze alla scoperte di se stessi e dell’amore. La pellicola è frutto di una sinergia di vari elementi: un cast formato da ottimi attori – Nicole Grimaudo, Maurizio Mattioli, Carla Signoris e Luca Ward – e l’entusiasmo del produttore Marco Belardi che asserisce “seguivo Silvio da fan, credevo nel suo talento” e “mi ha rapito con questo suo progetto”.

Adatta è anche la musica: Peter Cingotti ha saputo conferire coerenza all’idea su cui si fonda l’intero film, come nelle migliori commedie romantiche americane dove le note jazz anni ’50 e ’60 riempiono l’aria e, come dice lo stesso regista, «mantengono lo spettatore in un limbo leggero ». Muccino racconta il suo film con molto sentimento, a cuore aperto, con lo sguardo tipico dei sognatori, quasi a voler dire che va visto con il cuore più che con la testa.

Rudy Ciligot