SONIA BRAGA, RITRATTO DEL BRASILE

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Riparte dalla classe media di Recife il racconto del Brasile di oggi che ha la voce di Sonia Braga. L’attrice brasiliana torna al suo Paese e al cinema per Kleber Mendonça Filho che ha presentato Aquarius oggi a Cannes. «Quando ho letto la sceneggiatura, mi sono fermata a metà. Ero sommersa dalle emozioni», racconta al festival l’attrice brasiliana che non gira film dal 2010. «Kleber ha espresso così bene i miei problemi, le cose contro cui lottavo… ho trovato le parole giuste, tutto era espresso a meraviglia», così si è lasciata convincere a ritornare sul set. In realtà l’attrice brasiliana conosciuta per Dona Flor e i suoi de mariti (1976), non era completamente scomparsa al cinema. Sonia Braga ha partecipato recentemente a qualche serie americana, tra cui Royal Pains, e a vari telefilm. «In Brasile la gente non ha soldi per andare al cinema, ecco perché è così importante la televisione», ricorda l’attrice che è stata anche Gabriela nella serie televisiva adattata dall’omonimo romanzo di Jorge Amado. Un ruolo che Sonia Braga ha ripreso al cinema nel 1983, sotto la regia di Bruno Barreto, poco prima di arrivare a Hollywood con Il bacio della donna ragno di Hector Babenco, che l’ha portata a Cannes esattamente trenta anni fa. 

AQUARIUS Oggi sulla Croisette ritorna come Clara, una donna di 65 anni che vive da sola. «È difficile trovare ruoli femminili interessanti, c’è poco posto per le donne in generale», così giustifica la sua lunga assenza. Clara è una famosa critica di musica, oltre ad essere madre e nonna. Libera, gioviale, sensuale, da giovane è sopravvissuta a un cancro al seno e più tardi alla morte del marito. Così oggi vive sola con la domestica nel suo piccolo appartamento al primo piano di un condominio di fronte al mare di cui lei è l’ultima inquilina. Gli altri proprietari hanno tutti ceduto alle offerte delle agenzie immobiliari. «Lo spazio è lì ma noi andiamo via, è questo che mi affascina», spiega il regista.

L’ENERGIA DELLA RESISTENZA Certamente Sonia non è Clara, non ha avuto figli, non ha avuto i suoi stessi problemi nonostante fosse la quinta di sette fratelli e avesse lasciato la scuola a 14 anni. Come Clara però, Sonia Braga, nata nel 1950, ha attraversato la storia del Brasile, dal regime militare all’attuale crisi politica. La resistenza di Clara al potere del denaro che minaccia di distruggere la città è un gesto politico. «Sonia cerca di difendersi reagendo agli eventi. Aquarius è un film che parla di resistenza, sopravvivenza, dell’energia per sopravvivere», spiega Kleber Mendonça Filho. È la stessa determinazione ed energia che porta Sonia a unirsi ai registi brasiliani che non hanno perso l’occasione di protestare sulla Croisette in difesa della presidente del Brasile Dilma Rousseff, accusata di aver truccato i bilanci. «Un colpo di Stato è avvenuto in Brasile», recitano i cartelli con cui hanno sfilato. «Ne parliamo tutti i giorni su Facebook, era importante parlarne a Cannes», commenta Sonia. 

DONNE E PREGIUDIZI SENZA TEMPO Con voce calma ma decisa, Sonia parla del suo Paese, dell’illusione della democrazia, «dell’informazione poco oggettiva», un Paese diviso tra l’élite finanziaria e l’élite culturale in cui «esiste ancora una destra fascista che vuole le donne a casa a fare figli», aggiunge il regista. Il Brasile è un Paese in cui a prescindere dalle epoche storiche, una donna sola suscita i pregiudizi e i luoghi comuni di sempre. «Eppure viviamo in un mondo in cui le donne di 65 anni sono come le donne di 20 di un secolo fa, ma ci sono ancora tante false idee», spiega l’attrice che con aria divertita si identifica con Clara. «Sono una donna anziana e una bambina al tempo stesso», dice Sonia per voce di Clara. «La bellezza si trasforma e fa di noi degli esseri umani», Sonia Braga ha fatto suoi i consigli di Jorge Amado.