Addio a Giampiero Galeazzi, nella sua vita anche apparizioni in commedie per il cinema e in documentari

Se ne va uno dei volti e delle voci storiche dello sport italiano

0
Giampiero Galeazzi

Era malato da tempo Giampiero Galeazzi, ma non aveva mai perso il gusto del racconto e il suo senso dell’ironia che ha sempre contraddistinto il suo stile da giornalista di razza. Se n’è andato a 75 anni, dopo una carriera iniziata nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco commentando le gare di canottaggio, disciplina di cui fu campione italiano in singolo e in doppio. Una tradizione di famiglia, dato che anche suo padre fu campione europeo nella categoria “due senza”.

Le imprese televisive di “Bisteccone”, come era stato soprannominato per l’imponente stazza fisica, sono invece legate al “Due Con” e all’armo di Giuseppe e Carmine Abbagnale e del loro timoniere Peppino Di Capua.

Le telecronache delle medaglie olimpiche dei fratelli di Castellammare di Stabia fanno parte della storia della televisione italiana, di quella RAI che Galeazzi non ha mai abbandonato, spaziando dalle acque del canottaggio e della canoa (altrettanto mitiche le cronache delle gare del K2 di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi), al tennis, in compagnia dell’amico Adriano Panatta, fino al calcio, dove ha documentato momenti straordinari, come il primo scudetto del Napoli, instaurando negli anni un profondo rapporto con Diego Armando Maradona che ha ricordato dopo la morte in una delle sue ultime apparizioni televisive.

LEGGI ANCHE: È morto Diego Armando Maradona

Così come, da tifoso laziale, si ritrovò negli spogliatoi dello stadio Marassi di Genova a festeggiare con i giocatori e il “Barone” Nils Liedholm lo scudetto della Roma del 1983.

Personalità strabordante, Giampiero Galeazzi è stato prima di tutto un cronista d’altri tempi, che anche nel suo essere sopra le righe, una caratteristica dettata dalla passione che ha sempre pervaso il suo lavoro, ha fatto scuola.

E proprio questa sua facilità nell’apparire e di essere personaggio gli ha permesso di essere scelto per alcuni piccoli ruoli, interpretando naturalmente se stesso, in film di genere come L’allenatore del pallone e Tifosi, ma anche di apparire nei materiali di repertorio nel documentario Maradona di Asif Kapadia.

Noi di Ciak lo vogliamo ricordare con la telecronaca di quell’oro mondiale dei fratelli Abbagnale, il 25 settembre del 1988 alle Olimpiadi di Seoul, una pagina indimenticabile dello sport e della televisione italiana. Una di quelle storie che al cinema diventerebbero leggenda.