Presentato in Concorso al 74º Festival Internazionale del Cinema di Berlino, arriva in sala – dal 21 marzo distribuito da 01 Distribution – Another End, il nuovo film di Piero Messina interpretato da Gael García Bernal con Renate Reinsve, Bérénice Bejo e Olivia Williams. Una storia d’amore “prima che un film di fantascienza”, come ha detto alla Berlinale lo stesso regista, di un amore “che vive nelle parole, tra i pensieri, nei ricordi, ma che soprattutto vive e cresce nel silenzio nei corpi”. E che ora possiamo vedere al cinema.
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IL FATTO
Gli occhi svuotati di Sal sembrano vivere solo di ricordi da quando ha perduto Zoe, l’amore della sua vita. Sua sorella Ebe, che guarda al fratello con crescente preoccupazione, gli propone di affidarsi ad “Another End“, una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe, ma nel corpo di un’altra donna. Un corpo sconosciuto in cui misteriosamente riconosce la moglie. Ciò che si era spezzato sembra improvvisamente ricomporsi. Sal ha ancora del tempo per condividere un po’ di vita con Zoe, per amarla di nuovo, per esserne amato, ma è una gioia fragile, effimera, insidiosa e, arrivato al termine del programma, Sal non intende perdere definitivamente sua moglie.
L’OPINIONE
Dopo l’esordio cinematografico di nove anni fa con L’attesa, Piero Messina torna sul grande schermo con la sua opera seconda, in concorso alla Berlinale. Il regista tocca temi cruciali per ciascuno di noi – la vita, la morte, l’amore, il dolore, il lutto, la difficoltà di accettare il distacco, il rapporto tra corpo e mente, la memoria – e lo fa esigendo una grande complicità da parte dello spettatore, che a ogni snodo narrativo torna a interrogarsi su cosa stia guardando e a mettere in discussione il proprio punto di vista. La sceneggiatura dimostra una complessità di costruzione sempre più rara nel cinema italiano e la messa in scena elegante e raffinata si fa quasi rarefatta nei momenti in cui la suspence e la tensione emotiva toccano l’apice. Tutto del mondo futuro, ma non troppo futuristico, creato da Messina si accorda allo stato d’animo dei personaggi e allo spirito di una storia che continua a scavare nella testa del pubblico anche al termine della visione.
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