Blonde, la recensione del film con Ana de Armas

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Blonde. Ana de Armas as Marilyn Monroe. Cr. Netflix © 2022

IL FATTO

La vita di Norma Jeane, alias Marilyn Monroe, icona per antonomasia di Hollywood, mito celebrato da tutte le generazioni e i media, ci viene raccontata dalla difficile infanzia alla controversa morte nel 1962. In mezzo, le sequenze di una carriera immortale (con ruoli come la Lorelei Lee de Gli uomini preferiscono le bionde, la ragazza di Quando la moglie è in vacanza e la Zucchero Kandinsky di A qualcuno piace caldo). Ma anche, e soprattutto, il doloroso privato della donna: i ménage falliti (tra gli altri, il triangolo con Cass Chaplin ed Eddy Robinson Jr., le nozze col violento e geloso Joe DiMaggio e quelle sfortunate col drammaturgo Arthur Miller, fino alla relazione con l’allora Presidente John Kennedy), gli aborti, l’assenza mai colmata della figura paterna. Nel mezzo, sempre più soffocante, un’industria culturale (e una società) sessista che la vuole solo feticcio, sfruttandone la popolarità e il bisogno mai corrisposto d’amore.

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L’OPINIONE

Presentato tra i film più attesi in concorso a Venezia 79 e poi su Netflix, il biopic di Andrew Dominik tratto dal libro di Joyce Carol Oates non si adagia in una celebrazione edulcorata ma denuncia gli abusi del sistema Hollywood che fu (e che, #MeToo docet, è) sulle star, anzi sulla star, che ha creato. Restituendoci, al contempo, l’umanità ferita della persona (e dell’attrice svilita nelle aspirazioni artistiche e nella cultura) dietro la diva e sex-symbol. Il tutto risulta però sin troppo sottolineato ed enfatizzato, e le due ore e quaranta di ininterrotti virtuosismi tecnici, che vorrebbero forse restituire lo smarrimento del confine tra realtà e sogno, sfiorano la saturazione dello spettatore. Così anche la brava Ana de Armas non esce pienamente valorizzata da una scrittura che la schiaccia nel ruolo di vittima. Non mancano, comunque, sequenze di grande impatto, dove il labirinto mentale della protagonista ci mostra efficacemente l’altra faccia della “Fabbrica dei Sogni”: quella dell’incubo.

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Più che con i capolavori interpretati da Norma/Marilyn, il film di Dominik ha affinità con il recente filone di satira dello star system hollywoodiano, tra realtà e paesaggio onirico-mnemonico: dal caposaldo Mulholland Drive di David Lynch al cupo Maps to the Stars di David Cronenberg, passando per la Judy interpretata dalla Premio Oscar Renée Zellweger.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
blonde-la-recensione-del-film-con-ana-de-armasId., USA, 2022. Regia Andrew Dominik. Interpreti Ana de Armas, Adrien Brody, Bobby Cannavale, Xavier Samuel, Julianne Nicholson, Lily Fisher. Distribuzione Netflix. Durata 2h e 46’