Blonde, Ana De Armas e il mito di Marilyn: «Ho studiato di tutto per raccontare il suo lato umano»

In gara a Venezia e su Netflix da oggi, il film di Andrew Dominik in cui l’attrice cubana è nel ruolo della star più amata di sempre

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«Abbiamo lavorato su questo film molte ore ogni giorno, per quasi un anno», ha raccontato Ana de Armas a Queue.com, «Ho letto il romanzo di Joyce Carol Oates, studiato centinaia di fotografie, di video, di registrazioni audio, di filmati, tutto quello su cui sono riuscita a mettere le mani. Tutte le scene del film sono ispirate a immagini esistenti. Passavamo in rassegna ogni minimo dettaglio di ogni fotografia – ha detto ancora l’attrice, consacrata al successo dall’apparizione in No Time To Die, l’ultimo film con Daniel Craig nel ruolo di James Bond – e discutevamo cosa stesse avvenendo quando la foto era stata scattata. La prima domanda era sempre: “Cosa stava provando qui Norma Jeane?”. Volevamo raccontare il lato umano della sua storia. La notorietà è ciò che ha reso Marilyn la persona più visibile nel mondo, ma è anche quello che ha reso Norma Jeane la più invisibile». È questa la filosofia alla base della creazione di Blonde, film scritto e diretto da Andrew Dominik (L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford; CoganKilling Them Softly), adattando l’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates. Blonde, dopo l’anteprima alla Mostra di Venezia, è su Netflix da oggi dove, ed è la prima volta in assoluto per un Netflix Original, sarà marchiato dal divieto di visione ai minori di 17 anni.

A questo proposito la posizione del regista è stata chiarissima, prima ha definito il divieto come «un mucchio di stronzate. È un film impegnativo – ha detto – e se agli spettatori non piace, questo è solo un fottuto problema degli spettatori, perché non si sta mica candidando a ricoprire cariche pubbliche!». Più pacatamente poi Dominik ha spiegato che «il film è soprattutto sincero, fatto con amore e buone intenzioni. Al tempo stesso è anche pieno di rabbia, io mi caccio spesso in situazioni per cui la gente mi considera un regista provocatorio, ma giuro che non è mai questa la mia intenzione: cerco solo di dire le cose con quanta più chiarezza possibile. La mia ambizione è farvi innamorare di Marilyn».

Chi a Marilyn ha donato tutta se stessa è sicuramente Ana de Armas, il cui impegno per girare Blonde è stato instancabile. Ogni mattina, nei 47 giorni delle riprese, passava tre ore al trucco e parrucco prima di poter andare sul set dove era chiamata a interpretare scene emotivamente estenuanti (per non parlare dello sforzo effettuato per nascondere l’accento cubano). La sua interpretazione ha impressionato Dominik, che ha dichiarato di essere stato «molto fortunato ad avere Ana perché è in grado di fare qualunque cosa. È stata bravissima. Coglieva l’essenza di Marilyn in un attimo, dimostrando una sensibilità a fior di pelle e comprendendo tutte le mie richieste. Grazie alla presenza di Ana ogni scena prendeva vita».
Blonde così è il fantasioso ritratto della vita della modella, attrice e cantante, in cui si narra il suo percorso da Norma Jeane Baker, figlia maltrattata di madre single, alla star più famosa e richiesta del mondo.

blonde trailer
«Le ambizioni di Andrew erano chiare fin dall’inizio: lui voleva presentare la sua versione della vita di Marilyn Monroe – riflette Ana de Armasdal punto di vista della protagonista. Lei desiderava che il mondo provasse che cosa realmente significa essere non solo Marilyn, ma anche Norma Jeane. Ho trovato che fosse il modo più audace, impenitente e femminista di accostarsi alla sua storia mai visto prima d’ora».
È stato proprio cercare di immaginare cosa sia accaduto dietro le quinte della vita di Marilyn ad aver offerto a Dominik l’opportunità di scavarne a fondo l’interiorità e la psiche: «Era una donna profondamente traumatizzata – dice il regista – e quel tipo di trauma esige una spaccatura tra un’identità pubblica e un’identità privata. È una realtà che si applica a chiunque, ma quando si tratta di un personaggio famoso, quella frattura spesso si manifesta pubblicamente in modi che generano ulteriori traumi. Il film – spiega ancora – si concentra molto sul rapporto di Norma con se stessa e con quest’altra persona, Marilyn, che è al tempo stesso la sua armatura e la cosa che minaccia di consumarla».

Seguendo un percorso narrativo analogo a quello del romanzo di Joyce Carol Oates, Blonde ricrea meticolosamente alcuni momenti iconici della vita e della carriera della Monroe, come la sua straordinaria interpretazione di Diamonds Are a Girl’s Best Friend nel musical del 1953 Gli uomini preferiscono le bionde di Howard Hawks, concedendosi poi qualche licenza drammatica quando racconta la sua vita, in cui mescola personaggi storici ad altri che fondono persone che potrebbe aver conosciuto. Nel cast Adrien Brody è il Drammaturgo (trasparente riferimento ad Arthur Miller) e Bobby Cannavale l’Ex-Atleta (cioè Joe DiMaggio), mentre Julianne Nicholson impersona Gladys Pearl Monroe, la madre di Norma Jeane e Caspar Phillipson è The President,cioè JFK.