Bullet Train, la recensione dell’action più veloce di Brad Pitt

Un divertente e violentissimo scontro ricco di citazioni e spietati killer

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Bullet Train Brad Pitt

Dopo una lunga corsa arriva finalmente in sala Bullet Train, il “thriller d’azione folle e divertente” messo in scena da David Leitch e scelto come film d’apertura del Festival di Locarno (dove l’ha accompagnato un loquace Aaron Taylor-Johnson). Una corsa senza sosta attraverso il Giappone moderno infarcita di volti noti – su tutti Brad Pitt – e di qualche cameo a sorpresa, da quello (s)mascherato di Sandra Bullock – nei panni del personaggio che dà il titolo al romanzo originale giapponese, inizialmente affidato a Lady Gaga – ai due che si nascondono dietro ai personaggi di Carver e di un fin troppo ‘disponibile’ passeggero della linea Tokyo-Kyoto.

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IL FATTO: Proprio Pitt è lo scassinatore professionista Ladybug, chiamato a sostituire un collega nella missione che dovrà svolgere a bordo di un treno superveloce in partenza da Tokyo. Ma a 350 Km/h le cose possono cambiare molto facilmente. Soprattutto se nei 16 vagoni si aggirano alcuni spietati assassini provenienti da ogni parte del globo, tutti con obiettivi collegati, ma assolutamente non conciliabili tra loro.

UN VIAGGIO SENZA RITORNO: Dalla valigetta misteriosa alla violenza pop e le katane finali – per tacer di Brad – troppo qui urla ‘Tarantino’, come anche i Lovely Eight che si aggirano sullo Shinkansen immaginato da Kōtarō Isaka nel romanzo (edito da Einaudi) al quale ci si è ispirati. Ma tra tante chiacchiere e grandi coreografie, a urlare sono anche i trascorsi come stunt o produttore (dei tre John Wick, per esempio) del regista di Deadpool 2 e Fast & Furious – Hobbs & Shaw. Tutte coordinate che aiuteranno a non perdere la coincidenza con lo spettacolo offerto dalle oltre due ore di un film del quale nulla resterà nella Storia del Cinema, ma che spostando il punto di vista sul personaggio di Pitt offre allo spettatore una lettura ironica delle debolezze umane e una quasi lezione sulla tossicità di rabbia e rancore e sulla forza del perdono e del relativismo.

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Poche fermate, ma a rendere impossibile l’abbandonare il treno è la carica magnetica che aumenta a ogni rivelazione, a ogni omicidio – contabilizzato o inconsapevole – e a ogni nuova connessione di un intreccio complesso, ma mai complicato (nonostante flashback fumettistici e siparietti). Da non sottovalutare la forza di attrazione del bel Pitt, tutt’altro che prossimo al ritiro e perfetto nel fare la parodia di se stesso con un ruolo che potrebbe assomigliare al Jeffrey Goines del 1995 ormai cresciuto, e felicemente guarito dalla terapia.

“Non puoi combattere quel che il destino ha in serbo per noi”, suggerisce uno dei personaggi, ma più che un fatalismo passivo l’invito è a sposare un diverso sguardo su quel che accade, senza cercare di categorizzarlo come fortuna o sfortuna o aspettarsi troppo dal karma. Come anche dalla sceneggiatura.

Bullet Train

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
bullet-train-la-recensione-dellaction-piu-veloce-di-brad-pittBullett Train Stati Uniti, 2022. Regia di David Leitch. Con Brad Pitt, Sandra Bullock, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon, Hiroyuki Sanada. Distribuzione Warner Bros. Entertainment Italia Durata 127'. In sala dal 25 agosto 2022.