Nel giorno dell’addio a Carlos Saura, un altro grande ci lascia, morto a 86 anni in questo caso. Era dal 2016 che non dirigeva un film (dall’Altamura con Antonio Banderas e Rupert Everett), ma tutti ricorderanno per sempre Hugh Hudson soprattutto per il magnifico Momenti di gloria del 1981. Un film che venne premiato dall’Academy con quattro statuette – inclusa quella per il miglior film – dopo esser stato nominato in sette diverse categorie dei Premi Oscar di quell’anno, compresa quella per il Miglior Regista.
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Allora venne superato dal Warren Beatty di Reds (come l’Atlantic City di Louis Malle, I predatori dell’arca perduta di Steven Spielberg e Sul lago dorato di Mark Rydell), che forse non ha saputo invecchiare altrettanto bene. Definito allora un film “allo stesso tempo romantico e di buon senso, lirico e comico …eccezionale, su alcune persone eccezionali”, dopo la sua presentazione al Festival di Cannes, Momenti di gloria conquistò il pubblico anche per la indimenticabile colonna sonora del compositore greco Vangelis.
“Hugh Hudson, 86 anni, amato marito e padre, è morto all’ospedale di Charing Cross il 10 febbraio dopo una breve malattia – si legge nella dichiarazione rilasciata dalla famiglia che cita l’amata Maryam d’Abo, attrice anche lei. – Gli sopravvivono sua moglie Maryam, suo figlio Thomas e la sua prima moglie Sue” (la pittrice Susan Michie).
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Dopo documentari e spot televisivi, entrò nel cinema che conta come regista della Seconda unità di Fuga di mezzanotte di Alan Parker (con il quale e i due fratelli Scott fece parte della Ridley Scott Associates) firmando il doc Fangio – Una vita a 300 all’ora nello stesso anno del suo esordio nel lungometraggio con il film che lo ha fatto entrare nella storia del cinema.
Di maggiore o minore successo, tra i suoi film successivi si ricordano Greystoke – La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie (1984), Rivoluzione con Al Pacino (1985), Lost Angels (1989), La mia vita fino ad oggi (1999) e Sognando l’Africa con Kim Basinger (2000), scelto come film di chiusura del Festival di Cannes. Dove vinse il Grand Prix Cannes Lions nel 1972 con lo spot “Walking Behinds” di Levi e nel 1978 per il suo lavoro “French Lesson” di Coty L’Aimant. E dove nel 2003 venne insignito di un premio speciale in occasione del 50° anniversario del Cannes Lions International Advertising Festival. In anni più recenti fu sceneggiatore dei due film di Brando Quilici, Il mio amico Nanuk (2014) e Il ragazzo e la tigre del 2022.