EDDIE REDMAYNE: “LA MIA VITA DENTRO L’UNIVERSO DI HARRY POTTER”

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«Non voglio essere ricordato come quello cha mandò a rotoli la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts». Nonostante l’Oscar vinto per La teoria del tutto, Eddie Redmayne sente addosso il peso del fenomeno Harry Potter, 450 milioni di copie sparse nel mondo e un’autrice, J.K. Rowling, scesa con discrezione dal palchetto dei billionaires, donazione dopo donazione. «Ma da ragazzo avevo letto solo i primi due libri, mio fratello invece era a quota cinque e sosteneva che non fossero libri sulla lotta tra il Bene e il Male, ma sulla lotta per il potere. Da quel momento ho spalancato gli occhi e mi sono fatto travolgere dalle avventure di Harry». Così Redmayne adesso è pronto a usare la magia nel ruolo del magizoologo Newt Scamander: Animali fantastici e dove trovarli è uscito in Italia il 17 novembre ed è tratto dal volume scritto sotto pseudonimo dalla Rowling nel 2001 per catalogare le settantacinque creature del mondo parallelo a quello Babbano. Dopo Harry Potter e l’Ordine della Fenice, Harry Potter e il principe mezzosangue e il doppio Harry Potter e i Doni della Morte, dietro la macchina da presa ritorna David Yates, anche lui britannico, come da tradizione e come impone la Rowling, architetta dell’universo potteriano, produttrice e sceneggiatrice. Animali fantastici è il suo script di debutto, seguito da Harry Potter e la maledizione dell’erede, la pièce (sold out) in scena al Palace Theatre di Londra.

DA HOGWARTS A L.A.

«Le minuzie create e inventate da Joanne? Rendono ancora più incantato il film, che rimane un po’ a metà tra uno spin-off e un prequel di Harry Potter», confessa Yates che, con Redmayne, ha un’intimità da apprendista mago. I due si guardano, sorridono, sembrano squadrare ogni lato di un albergo di Los Angeles, dove li incontriamo. «Onestamente è piuttosto difficile tornare alla realtà quando sei a contatto per giorni, mesi, anni con labirinti, castelli, Dissennatori, Mollicci e Schiopodi Sparacoda», aggiunge il regista. «Credo che la sapienza di David, unita alla penna di J.K., formino una pozione perfetta per rilanciare la Pottermania», assicura Redmayne.

EDDIE, NEWT & NEW YORK

Il Newton Artemis Fido Scamaner detto Newt che Redmayne interpreterà addirittura per cinque film – probabilmente fino al 2020 – è l’immaginario autore del testo scolastico dedicato agli animali speciali di Hogwarts e dintorni: «Come Harry, anche Newt ha la stoffa del predestinato», prosegue l’attore. «Nato nel 1897, incoraggiato dalla madre allo studio della Magizoologia, si diploma a Hogwarts e lavora al Ministero della Magia nell’ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Nel pacchetto sono inclusi pure due anni nell’ufficio per il Reinserimento degli Elfi Domestici e quindi un impiego alla Sezione Animali». In Animali fantastici e dove trovarli troviamo Scamander nel 1926 al termine di un lungo viaggio in giro per il mondo. L’approdo a New York per una pausa dal lavoro si rivelerà ricco di sorprese: scambia per sbaglio la sua valigetta piena di creature mitiche con la valigetta piena di dolci del Babbano Jacob Kowalski (il comico americano Dan Fogler), provocando così la fuga di animali mai visti nel mondo Babbano. Non più Regno Unito, dunque, ma la New York dei primi del Novecento al centro di tensioni tra maghi, streghe, profeti. Un salto indietro nel tempo degno della migliore GiraTempo, piccola clessidra su una collana d’oro che permette il paradosso temporale (chi ricorda Harry Potter e il prigioniero di Azkaban?).

LA NUOVA CAMERA DEI SEGRETI

Dalla camera dei segreti della Rowling ecco spuntare nuovi personaggi. Tra questi, c’è Porpentina Goldstein detta Tina, interpretata da Katherine Waterston, impavida impiegata del MACUSA (il Ministero della Magia), Mary Lou Barebone (Samantha Morton), leader dei Secondi Salemani a caccia di streghe, e Percival Graves (Colin Farrell), Auror membro del Ministero della Magia in lotta contro le Arti Oscure e i suoi seguaci, tra cui Lord Voldemort e i Mangiamorte, e braccio destro della Madama Presidente del mondo magico americano. «La fotografia di Philippe Rousselot è cupa e dorata», riflette Yates. «Ho cercato di non creare troppi paralleli tra il mondo magico in subbuglio e l’aria di terrore che respiriamo dopo l’11 settembre, periodo in cui è stato lanciato al cinema il primo capitolo, Harry Potter e la pietra filosofale. La Rowling è comunque stata chiara quando le ho domandato perché la New York degli anni Venti. Mi ha detto che riflette le ansie e le paure più profonde del post-millennio. Siamo noi i No-Majs (slang americano per Babbani, nda) sottoposti agli attacchi terroristici. Quello di Newt è un mondo sull’orlo del precipizio, in cui tutti sono nervosi, sospetti e la gente deve scegliere in fretta da che parte stare. Nella pellicola si parla di segregazione e razzismo: maghi e animali vengono demonizzati a causa di accadimenti inspiegabili e il dibattito culturale si apre: chi ha paura dell’Altro? Chi di noi è l’Altro?».

BEAUTIFUL CREATURES

Le creature fantastiche, che il mondo vede come mostruose, strane o minacciose, in realtà vanno conosciute e rispettate: «Perché Newt ama profondamente gli animali che scopre durante i suoi viaggi», dice Redmayne. «Ci insegna il rispetto per il prossimo e l’inclusione». Subentra nella conversazione fantastica con Ciak Colin Farrell: «A stregarmi non è stato solo il copione della Rowling, scritto come un romanzo di formazione, con dolore, passione, con l’inchiostro verde smeraldo simile a quello delle lettere di invito alla Scuola di Magia e Stregoneria. Ho accettato il film perché sento che meglio di tante altre opere, basate su eventi reali, racconti il diverso in maniera più complessa. Non parlo semplicemente di bestie come l’Occamy, creatura serpente-piumata dell’Estremo Oriente che si regge su due gambe, oppure i Nogtail, demoni somiglianti a maiali striminziti. L’unico film che ha saputo raccontare con la delicatezza di una Cioccorana il club esclusivo dei freaks della vita vera è probabilmente un indie: Tangerine di Sean Baker. Ho amato il suo mood neorealista e quel tocco da pop veritè con cui racconta la giornata di due prostitute transessuali nella Los Angeles più segreta».

UN ALTRO MONDO

A proposito di segretezza, le regole della saga di Harry Potter si sono indurite: «A tutto il cast è stato proibito stampare il copione durante la lavorazione», ricorda Redmayne. «Vedevamo la Rowling scrivere senza sosta, creare ogni giorno storie e scenari, personaggi e livelli. Ma non avevamo accesso al suo ufficio e guai a lasciare appunti sul set. Una volta per sbaglio mi è caduto un foglietto nel teatro di posa e hanno quasi fatto intervenire la Guardia Nazionale per recuperarlo. Cosa amo di Newt? Il suo non essere un eroe bensì un uomo ordinario che si trova più a suo agio in compagnia degli animali fantastici che degli umani. Lui è sereno nella sua solitudine. Gli uomini lo hanno danneggiato, non si sente connesso con loro. Piano piano troverà degli outsider come lui». Dopo le interpretazioni di Stephen Hawking e Lili Elbe in The Danish Girl «mi aspettavo qualcosa di completamente diverso nei panni di Newt. Invece l’immaginazione di J. K. è talmente fervida che sembra tutto iperreale, specialmente quando la senti raccontare nel dettaglio. Per lei la parola fantasy è un’invenzione. Per me? Non credo nella magia, ho persino paura dei tarocchi o che qualcuno mi legga la mano. Però da bambino, ricordo, andavo spesso a Charing Cross, mi intrufolavo nella vecchia stazione sotterranea per visitare la bottega magica Davenports Magic, in piedi dal 1898. La vera magia oggi non è fare incantesimi: come ripeto sempre a mia moglie, la magia nell’età adulta è trovare un lavoro».