Animali fantastici, Dan Fogler: «Sono il panettiere babbano, ed è liberatorio»

L’attore, pluripremiato in teatro, torna nel ruolo di Jacob Kowalski, privo di poteri speciali ma in lotta anche lui contro Grindelwald: «Che strano combattere il mio amico Mikkelsen»

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«La banda si riunisce. Albus Dumbledore sta formando la sua prima armata e io sono orgoglioso di poter dire di farne parte». Lui, l’unico babbano chiamato a lottare contro un nemico insidioso come Gellert Grindelwald, ha il volto e l’aspetto pacioso di Dan Fogler, talento comico, ma anche fumettista, attore teatrale (ha vinto un Tony, l’Oscar del teatro) e scultore. «Praticamente del mio cervello funziona solo la parte destra», dice l’attore indicando l’emisfero cerebrale dedicato alle funzioni artistiche.

In Animali fantastici – I segreti di Silente, Fogler ritorna nei panni del panettiere Jacob Kowalski, non è un mago ma è ugualmente entusiasta di far parte della squadra che si propone di salvare il mondo da un pericolo mortale e distruttivo.

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Certo che sembra di sentir parlare del mondo di oggi.

Già. Colpisce che questa storia sia ambientata esattamente cento anni fa e sembra quasi che sia in corso una riedizione dello stesso libro. Il film racconta quei tempi, quando i favolosi anni Venti del ventesimo secolo finiscono nella Grande Depressione che porterà alla guerra.

Si ha quasi l’impressione che Jacob rappresenti noi tutti. Gente comune che vorrebbe aiutare ma si sente impotente davanti all’insensatezza di alcuni potenti.

È proprio così. All’inizio del film è chiaro che le cose per Jacob non stanno andando bene. È chiaro che il mondo si sta avviando verso la Grande Depressione ed egli stesso è molto depresso, ha il cuore spezzato da Queenie.

Torna nel team per combattere la sua personale depressione?

Sì, per lui tornare nel team significa anche cercare di riconquistare Queenie. Quando lo incontriamo ha perso molte cose, ha perso lei, ha perso l’appetito e sembra stia perdendo anche la sua panetteria. Le cose cambiano quando i maghi lo chiamano.

Dan Fogler in una scena di “Animali fantastici 3”

Per lottare contro il cattivo che dopo il forfait di Johnny Depp ha il volto di Mads Mikkelsen.

Che è un mio caro amico. Abbiamo lavorato insieme alla serie tv Hannibal. Ci siamo trovati molto bene insieme e siamo diventati amici. È bravissimo, ha sempre quella sua vena ironica, alla Buster Keaton, che sottende ogni suo lavoro, anche quando interpreta un personaggio spaventoso come Grindelwald. Gliel’ho fatto notare e ha apprezzato tantissimo.

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È sempre stato un fan del mondo di Harry Potter?

Sono cresciuto negli anni ’70, quindi sono più un ragazzo da Guerre stellari, ma dopo aver fatto il primo film mi sono entusiasmato. Poi ho due figlie piccole e quindi è stato bello vedere i film con loro e leggere i libri con loro per la prima volta. Credo che la ragione del successo del mondo creato da J.K. Rowling sia nel fatto che con Harry Potter e il suo mondo la magia è proprio dietro l’angolo, sembra quasi di poterla raggiungere. Hai la sensazione che possa esistere nel nostro mondo.

Animali Fantastici non ha libri alle spalle. Liberatorio?

In realtà non è proprio così, i fan lo sanno: c’è un libro, Fantastic Beasts and Where to Find Them, che è una sorta di enciclopedia di Animali fantastici, uno dei libri di testo della scuola di Hogwarts, ma non c’è un romanzo dietro e quindi hai più campo libero. Ti dà la possibilità di creare il tuo stesso personaggio senza rovinare le aspettative di nessuno. Quello che mi piace sono i tanti piccoli semi che vengono piantati che porteranno poi a Harry Potter.

C’è anche più spazio per l’improvvisazione?

C’è una scena, che è anche nel trailer, di cui sono orgoglioso. Tre ragazzine notano la mia bacchetta magica, mi chiedono come l’ho avuta e io dico «per Natale». Non era nel copione e David Yates me l’ha lasciata. Anche nel primo film a un certo punto urlo entusiasta che voglio anche io diventare un mago. Non c’era nello script e quella battuta è alla base di tutta la campagna promozionale del film.