January, il regista: «Avevo 19 anni nel gennaio 1991, conosco bene i protagonisti e gli eventi del film»

Presentato il film che ha vinto il premio come miglior lungometraggio narrativo internazionale al Tribeca Film Festival 2022

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Questa mattina è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma, per la sezione Progressive, January diretto da Viesturs Kairišs. La pellicola ha vinto il premio come miglior lungometraggio narrativo internazionale al Tribeca Film Festival. Nel cast troviamo Karlis Arnolds Avots, Baiba Broka, Rudolfs Cirulis e Alise Danovska. Il regista in conferenza stampa e nelle note di regia ha spiegato la realizzazione del film:

«è un grande onore presentare il film a Roma, è un progetto molto personale per me. I momenti storici rappresentati nella pellicola sono stati decisivi per l’indipendenza della Lettonia e per la Storia dell’Europa orientale. Ci furono vittime, e ci fu una resistenza non-violenta: per me questi sono fattori significativi e autobiografici. La storia del film ricorda i film urbani della Nouvelle Vague: un giovane che cerca sé stesso, ma non riesce a definirsi. Avevo 19 anni nel gennaio 1991, quindi conosco bene i protagonisti e gli eventi del film. A quell’età combattevo per la mia libertà personale, mentre la nazione lettone combatteva per la libertà dallo schiacciante regime totalitario dell’URSS: siamo stati molto coraggiosi a mostrare la nostre idee. All’epoca non conoscevamo altro che il cinema sovietico, quando si sono aperti i confini ho potuto studiare anche il cinema italiano che è stata fonte di ispirazione per molti di noi. Oggi è più facile nel nostro paese diventare un cineasta, all’epoca era una questione di vita o di morte. La guerra in Ucraina dimostra che questa lotta non è finita, e ancora non se ne vede la fine».

Viesturs Kairišs si è soffermato anche sull’attuale conflitto in Ucraiana:

«In Lettonia detestiamo Putin, a febbraio c’è stata la prova che nonostante il crollo dell’Urss è cambiato poco nella geopolitica. In Italia, dopo che avete spodestato Mussolini, siete rimasti liberi fino ad ora mentre noi paghiamo ancora le conseguenze di 70 anni fa. La Vecchia Europa sta avendo una reazione tiepida a questa tirannia e questo ci sorprende molto».

SINOSSI

Gennaio 1991. Tre aspiranti filmmaker si trovano di fronte all’invasione dei carri armati sovietici che vogliono reprimere l’indipendenza della Lettonia dichiarata il 4 maggio dell’anno prima. Il film di Viesturs Kairišs (che allora aveva diciannove anni) ricostruisce una generazione che sognava il cinema di Bergman, di Tarkovskij e di Jim Jarmusch (di Stranger than Paradise circolano cassette pirata…), era avida di conoscere il mondo e di confrontarsi con la Storia. Parla del presente e della forza incontenibile della giovinezza, ritrovando la libertà e l’entusiasmo della Nouvelle vague e della Nová vlna. Kairišs rende anche omaggio alla figura carismatica di Juris Podnieks, uno dei più promettenti registi lettoni, che morì a quarantadue anni nel 1992.