Guerra in Ucraina, il regista Loznitsa reagisce all’espulsione dall’Accademia del Cinema

L'Accademia del Cinema Ucraino espelle il regista Sergei Loznitsa per le sue posizioni troppo 'cosmopolite'

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Sergei Loznitsa

Il regista ucraino Sergei Loznitsa sabato 19 marzo ha annunciato di essere stato espulso dall’Accademia del Cinema Ucraino anche per aver espresso sostegno ai registi russi dissidenti. Il suo film, Donbass, aveva aperto la sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2018, dove ha vinto il premio per la miglior regia.

Loznitsa ha un nuovo lavoro pronto, The Natural History of Destruction, sull’impatto dei raid aerei degli alleati in Germania durante la Seconda guerra mondiale, e potrebbe essere tra i possibili invitati a partecipare al prossimo Festival di Cannes.

Il regista in precedenza aveva dichiarato di volersi dissociare dalla European Film Academy: “Ho lasciato la European Film Academy perché la loro dichiarazione iniziale, rilasciata pochi giorni dopo l’inizio della guerra, era troppo neutrale, debole e conformista rispetto all’aggressione russa. Non ritenevano nemmeno possibile chiamare guerra una guerra”.

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Tuttavia, Loznitsa si era anche schierato a favore dei registi russi il cui lavoro rischia di essere bandito da molti Festival. “Sono contrario al boicottaggio dei miei colleghi, cineasti russi, che si sono opposti e continuano a opporsi ai crimini del regime di Putin”, aveva specificato il regista ucraino.

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A seguito delle sue dichiarazioni a sostegno dei colleghi russi, l’Accademia del Cinema Ucraino ha deciso di espellere Loznitsa, il quale ha reagito alla notizia diffondendo una lettera in cui chiarisce le sue posizioni. “Con stupore, ho letto la dichiarazione dell’Accademia del cinema ucraino secondo cui sono stato espulso dall’Accademia per il mio cosmopolitismo”, ha scritto il regista.

Secondo Anna Machukh, direttrice esecutiva dell’Accademia e dell’Odesa International Film Festival: “Dall’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, abbiamo instancabilmente invitato la comunità cinematografica globale a boicottare il cinema russo. Ma Sergei Loznitsa si oppone pubblicamente a ciò, negando così la responsabilità collettiva dei russi per la guerra che il loro Paese ha scatenato in Ucraina”.

L’Accademia ha aggiunto che Loznitsa aveva “ripetutamente sottolineato di considerarsi un cosmopolita, ‘un uomo di mondo’. Tuttavia, ora che l’Ucraina sta lottando per difendere la propria indipendenza, il concetto chiave nella retorica di ogni ucraino dovrebbe essere la sua identità nazionale“.

Loznitsa, tuttavia, ci tiene a sottolineare le pericolose derive a cui un tale ragionamento potrebbe portare: “Parlando contro il ‘cosmopolitismo’, gli ‘accademici’ ucraini usano un linguaggio stalinista, che si basa sull’odio, sulla negazione del dissenso, sull’affermazione della colpa collettiva e sul divieto di qualsiasi manifestazione di libera scelta individuale. O sono contrari alla tradizione filosofica di Diogene, Zenone, Kant e Voltaire? Contro i valori che stanno alla base della cultura e della società dell’Europa moderna, che dicono di desiderare? Sono costretto a parlare nel dettaglio della semantica del termine ‘cosmopolita’, perché, al di fuori dell’ex impero sovietico, le argomentazioni fornite dagli ‘accademici’ sono comprensibili solo ai sovietologi”.

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Il regista ucraino però non manca di chiarire la sua posizione netta riguardo l’insensatezza dell’invasione russa del suo Paese: “La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina è un atto suicida e folle che porterà inevitabilmente al crollo del regime criminale russo. Il mondo intero ha assistito alla battaglia tra Bene e Male, Verità e Falsità, una battaglia di proporzioni bibliche. La vittoria sarà con l’Ucraina!”.

Loznitsa descrive anche il suo stato d’animo rispetto al contesto della politica internazionale: “Sono sconvolto dall’indecisione e dalla cautela di governi, organizzazioni pubbliche e cittadini che potrebbero aiutare l’Ucraina non solo con le parole, ma anche con azioni rapide e decisive”.

E denuncia un dato di rilievo: “La tragedia umanitaria che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi è in gran parte provocata dalla politica ipocrita di placare il mostro, la politica di fare affari con la Russia. Per decenni, il mondo occidentale ha voltato le spalle ai crimini commessi dal regime russo in Cecenia, Georgia, Crimea, Donbass, altre regioni d’Europa e del mondo”.