Il regista ucraino Sergei Loznitsa si oppone all’embrago del cinema russo

Loznitsa, che ha diretto Donbass, vincitore di Un Certain Regard a Cannes 2018, condanna l'embargo del cinema russo dai festival internazionali.

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Donbass di Sergei Loznitsa

Il regista ucraino Sergei Loznitsa, vincitore del premio alla miglior regia nella sezione Un Certain Regard di Cannes nel 2018 per il film Donbass, si è espresso contro l’appello di escludere il cinema e i registi russi dai principali festival internazionali.

Tra i registi russi ci sono persone che hanno condannato la guerra, che si oppongono al regime ed hanno espresso apertamente la loro condanna. E in un certo senso sono vittime di tutto questo conflitto come il resto di noi – ha detto oggi Loznitsa a The Hollywood Reporter -. Speravo che la società di questi tempi fosse più intelligente, più sofisticata, piuttosto che attribuire questo senso di colpa collettivo a un’intera comunità”.

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Nel presentare il suo film Donbass, in uscita negli USA l’8 aprile, Loznitsa ha saputo dell’appello lanciato dall’agenzia cinematografica di Stato ucraina che chiedeva a Pierre Lescure del Festival di Cannes e Roberto Cicutto, presidente del Festival di Venezia, di vietare la proiezione, in concorso e fuori concorso, di tutti i film realizzati in Russia o coinvolti in una coproduzione russa.

Se stiamo parlando di questa proposta di vietare completamente, di boicottare i film russi e i registi russi dalla partecipazione a festival cinematografici internazionali, sono assolutamente contrario“, ha detto Loznitsa.

Donbass, che ha aperto la sezione Un Certain Regard di Cannes nel 2018 e ha vinto il premio alla miglior regia, è ambientato nell’Ucraina orientale, dove nel 2014 è iniziato un conflitto civile tra soldati ucraini, separatisti filo-russi e bande paramilitari. Ma ora che il presidente russo Vladimir Putin ha intrapreso l’invasione su vasta scala dell’Ucraina, Loznitsa sottolinea la sua sorpresa riguardo l’Occidente che non si è reso conto dell’imminenza di questo assalto.

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Sono rimasto sorpreso che la maggior parte delle persone nel mondo sia rimasta stupita. Non si aspettavano questo. Gli eventi che si stanno svolgendo di recente [in Ucraina] non li vedo come qualcosa di nuovo”, ha spiegato. Loznitsa attribuisce ciò all’uso della disinformazione da parte della Russia, inclusa la diffusione di notizie false nel web ai media stranieri e sulle piattaforme social, verso l’Occidente, che in questo modo ha ignorato i veri progetti di Putin sulla politica e le controversie europee per così tanto tempo.

Da quando i sovietici e i bolscevichi sono saliti al potere nel 1917, hanno avuto molto successo nel fabbricare questa realtà ed è molto, molto efficace e molto convincente“, ha affermato il regista.

In Donbass Loznitsa, che conosce bene le dinamiche della disinformazione, non propone il tipico racconto diviso tra buoni e cattivi. Presenta, invece, una struttura circolare di incidenti ed eventi interconnessi.

Loznitsa afferma che, se si fosse limitato ad un unico punto di vista nel film, non avrebbe potuto parlare dei vari tentativi della Russia di distorcere e manipolare la narrazione sull’invasione dell’Ucraina orientale per giustificare l’acquisizione di un paese democratico sovrano.

Loznitsa ha giustificato l’uso che fa della dark comedy in Donbass con la necessità di spiegare le ragioni della continua inazione da parte dell’Occidente.

“Guardi il presidente della Russia fare i suoi discorsi assolutamente assurdi. E mi ricorda il dottor Stranamore”, ha detto Loznitsa, aggiungendo che il diritto di veto della Russia alle Nazioni Unite è ancora più assurdo. “Vediamo questa organizzazione apparentemente seria con scopi molto seri. E diventa davvero ridicolo, uno scherzo, per l’assurdità di questa situazione che coinvolge persone serie“, ha detto il regista ucraino.