Il finale di Gomorra

Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione della quinta ed ultima stagione

0

«Definirei il rapporto tra Genny e Ciro come una storia d’amore in cui si sono fatti di tutto, senza mai riuscire a stare lontani. In questa quinta stagione il loro rapporto sarà molto più basato sulle cose che non si diranno rispetto a quelle che si faranno. Alla fine posso dire che vincerà l’amore». Salvatore Esposito si lascia andare a uno spoiler dai mille significati per uno dei finali più attesi sempre, quello di Gomorra 5, in arrivo il 19 su Sky e in streaming su Now. In cinque edizioni Genny e Ciro hanno calpestato qualsiasi tipo di sentimento, dall’amore per i figli a quello per le mogli, ma l’amicizia no, è rimasto il collante che in questi anni ha sempre convinto il pubblico a tifare per loro. «La chimica scattata tra me e Salvatore ha influenzato anche la scrittura – ammette Marco D’Amore, storico volto di Ciro Di Marzio – Genny sarebbe dovuto morire alla prima stagione e mi ricordo quanto l’intero gruppo autoriale fosse rimasto impressionato da questa nostra attrazione sentimentale e fisica, da quel modo di parlarci a un centimetro dal naso, sappiamo entrambi cosa significa essere amici nella nostra terra, è un qualcosa che ha a che fare con la carne». Un concetto quello dell’amicizia tra boss che lo stesso Roberto Saviano, autore del libro da cui la serie è tratta, descrive così: «Non so se l’amicizia sia il termine esatto, Genny e Ciro hanno un destino comune, parlano vicini, sembrano baciarsi, non è una dinamica inventata – sottolinea – In un processo di camorra, due boss, amici fin da da ragazzini, si sono fatti qualsiasi cosa, si sono ammazzati i rispettivi parenti, ma alla domanda del giudice su cosa li unisse, hanno risposto: “Noi ci amiamo”. Non potevano stare mezz’ora uno senza l’altro, era una dinamica che attraversava tutti i colori delle emozioni». Chi vincerà dunque, Ciro, tornato dal nulla o Genny costretto a vivere da latitante, senza più moglie (Ivana Lotito) e il figlio?

La quinta stagione e la genesi secondo Saviano

I dieci nuovi episodi di Gomorra, girati fra Napoli, Riga e Roma, sono scritti dagli head writer Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, che firmano anche il soggetto di serie con Roberto Saviano. Completano il team di scrittura Valerio Cilio e Gianluca Leoncini. I primi cinque episodi e il nono sono diretti da Marco D’Amore, già regista di due episodi di Gomorra 4 e del film L Immortale, targato Cattleya e Vision Distribution che fa da ponte narrativo fra la quarta e la quinta stagione, mentre gli episodi 6, 7, 8 e 10 sono diretti da Claudio Cupellini, al timone fin dagli esordi della serie. Entrambi sono anche supervisori artistici. Alla colonna sonora anche di questi ultimi dieci episodi i Mokadelic. «Tutto è iniziato con l’idea di creare un racconto in grado di dare spazio e profondità alla storia – spiega SavianoVolevamo che lo spettatore vedesse il più complesso dei poteri spesso schiacciato da una sintesi superficiale, costretta dalla cronaca. La serialità nasce con l’obiettivo di poter raccontare non solo il potere criminale, ma il potere della rappresentatività, il potere della violenza. Non volevamo raccontare due belve assetate di sangue, ma narrare il nostro tempo in cui o ti fregano o sei fregato, chi dà tregua la paga, chi si vuole salvare si sbaglia, è questo il sotto testo continuo di ogni personaggio. Non c’è un eroe positivo in cui riconoscersi – va avanti Saviano – Allo spettatore gli si dice: “Questo è il tuo paese, il tuo mondo”. I protagonisti sono già sconfitti, tutti attendono di morire, è un mondo che fa passare un messaggio terribile, ovvero se agisci così non hai soluzione, è tutto perso. Il meccanismo di Gomorra non è dare un cibo già masticato, non dice questo è il bene e questo il male, ma offre la complessità del mondo allo spettatore».

L’addio a Ciro e Genny

«Noi siamo Ciro e Genny e questo non è offensivo – sottolinea Marco D’AmoreHo sempre voluto scomparire dietro a un personaggio, è il risultato di un lavoro ben fatto, io non cammino come lui, non guardo come lui, noi siamo maschere al servizio di un racconto reale, ma con il gusto di metterla in scena». «Con Gomorra abbiamo creato emulazioni – aggiunge EspositoInterpretare Genny è stata una sfida enorme, sarò sempre grato a chi ha deciso di affidarmelo, ho già dimostrato che so essere qualcosa di diverso, ma se non ci riuscirò resterò Genny a vita».