Il punto di rugiada, la recensione del film di Marco Risi

Al cinema dal 18 gennaio con Fandango

0
Il punto di rugiada

Marco Risi ha sempre alternato comicità a temi più impegnativi, un po’ come faceva suo padre Dino Risi, uno dei maestri della commedia italiana, al quale Il punto di rugiada, al cinema dal 18 gennaio con Fandango, è dedicato. Applaudito fuori concorso all’ultimo Torino Film Festival, il film vede protagonisti professionisti di grande esperienza come Massimo De Francovich, Luigi Diberti, Eros Pagn ed Elena Cotta, al fianco di giovani attori come Alessandro Fella, Roberto Gudese e Lucia Rossi, per un racconto che mischia tenerezza, una punta di spensieratezza e una riflessione più seria sulla vita.

LEGGI ANCHE: Fuori Concorso: Il punto di rugiada, l’omaggio di Marco Risi al padre Dino

IL FATTO

Carlo (Alessandro Fella) è un ragazzo benestante dalla vita sregolata, una notte, ubriaco, provoca un grave incidente d’auto per il quale viene condannato a scontare un anno di lavori socialmente utili in una casa di riposo. Con lui a Villa Bianca arriva anche Manuel (Roberto Gudese), un giovane spacciatore colto in flagrante. Carlo crea un legame particolare con Dino (Massimo De Francovich). I due ragazzi, guidati da Luisa (Lucia Rossi), infermiera che lavora da anni nella struttura, entrano in contatto con un mondo diverso dal loro, in cui il tempo scorre in modo più lento, ma le relazioni assumono un valore superiore, e che cambierà per sempre la loro vita.

L’OPINIONE

Marco Risi, David di Donatello nel 1991 per Ragazzi fuori e due volte Globo d’oro per Il muro di gomma (1992) e Fortapàsc (2009), aveva da tempo in mente di tornare ai temi più impegnati del suo cinema e realizzare un film che mettesse a confronto i giovani con gli anziani, o “vecchi”, come ama definirli lui con affettuosa irriverenza. Il punto di rugiada nasce da questa spinta e dall’esperienza personale del regista con suo padre, Dino Risi, maestro della commedia italiana.

LEGGI ANCHE: Il punto di rugiada, il regista Marco Risi: «mi piace chiamarli vecchi»

La storia racconta dell’incontro tra due mondi distanti, quasi opposti tra loro, che consente soprattutto ai più giovani di scoprire una ricchezza inaspettata e preziosa nella dimensione della terza età. Senza trascurare in più di un’occasione gli aspetti più divertenti, a volte anche buffi, degli anziani, Risi compone una commedia agrodolce in cui i giovani hanno modo di scoprire la gioia e la saggezza di chi ha alle spalle molta strada percorsa e da cui molto c’è ancora da apprendere.

Nella casa di riposo in cui è ambientato il film, un mondo forse un po’ troppo dorato e purtroppo non alla portata di tutti, i giovani protagonisti imparano ad assaporare il presente mettendo in pausa la loro naturale tensione verso un futuro incerto e dando un valore diverso alle relazioni umane. Assai apprezzabile è l’interpretazione della parte più anziana del cast, composta da attori esperti come Massimo De Francovich, Luigi Diberti, Eros Pagni ed Elena Cotta, ben affiancati dai giovani Alessandro Fella e Roberto Gudese.

SE VI È PIACIUTO IL PUNTO DI RUGIADA GUARDATE ANCHE…

Cocoon – L’energia dell’universo (1985) di Ron Howard, che affronta il tema della terza età con uno sguardo ancora più incantato e affascinante e che non a caso, oltre all’Oscar al miglior interprete non protagonista, Don Ameche, vinse anche quello per i migliori effetti speciali.

RASSEGNA PANORAMICA
voto
il-punto-di-rugiada-la-recensione-del-film-di-marco-risi Marco Risi ha sempre alternato comicità a temi più impegnativi, un po’ come faceva suo padre Dino Risi, uno dei maestri della commedia italiana, al quale Il punto di rugiada, al cinema dal 18 gennaio con Fandango, è dedicato. Applaudito fuori concorso all’ultimo Torino...